La Nuova Sardegna

Oristano

Eredità inventata con truffa da record

di Enrico Carta
Eredità inventata con truffa da record

Madre e figlio: «Le abbiamo dato 553mila euro» La stessa donna ottenne più di 300mila euro da un prete

26 ottobre 2021
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PAULILATINO. Mariella “la trasformista” ci ricasca. Tra due giorni Maria Ore, bonarcadese che a breve compirà 56 anni, conoscerà il suo destino nel processo che la vede imputata per estorsione e truffa commessi ai danni di un sacerdote da cui aveva ottenuto alcune centinaia di migliaia di euro. All’orizzonte c’è però un’altra sentenza che la riguarda e che arriverà il 22 gennaio. Sono due processi quasi in fotocopia, con la differenza che la coppia truffata nel caso di Paulilatino non ha avuto bisogno di essere spronata per elargire l’alta somma richiesta dall’imputata. In tutto 553mila e 868 euro.

È una cifra da capogiro e, se si somma a quella ottenuto dal sacerdote, presunta vittima di una truffa in fotocopia costatagli 375mila euro, si va vicini al milione. Le due vicende giudiziarie si possono infatti sovrapporre. In questo caso Mariella Ore, per la quale il pubblico ministero Andrea Chelo ha chiesto la condanna a due anni e quattro mesi, avrebbe incontrato una persona a un distributore. Gli avrebbe inizialmente chiesto 15 euro perché non aveva soldi per fare benzina e la persona glieli avrebbe gentilmente dati.

Da quel momento sarebbe nata un’amicizia che si sarebbe spinta fino alla confessione che avrebbe dato il via alla truffa. Mariella Ore avrebbe spiegato al suo nuovo amico di aver bisogno di una grossa somma per poter aver accesso a un’eredità di cinque milioni. Per sbloccarla doveva prima pagare una sorta di cauzione. In cambio dei soldi, non solo avrebbe restituito la somma, ma avrebbe anche dato una ricompensa all’amico e alla madre 83enne che, nel frattempo, aveva appoggiato e finanziato l’azione del figlio. Così non si contano versamenti in contanti, assegni, ricariche di carte prepagate, grazie anche all’aiuto di atti giudiziari e perizie abilmente falsificati utilizzando intestazioni e partite Iva di studi legali e professionali, accompagnati magari da telefonate di presunti complici che richiedevano il pagamento.

È finito tutto in tribunale, con la sentenza che si conoscere il 22 gennaio dopo l’arringa dell’avvocato difensore Federica Atzeni. Nel frattempo, oltre al pubblico ministero, hanno discusso gli avvocati di parte civile Gianni Benevole per le due presunte vittime del raggiro e Rossella Turnu per gli studi professionali tirati in ballo e assolutamente all’oscuro di quanto stesse accadendo. Il primo ha chiesto che venga restituita la somma e un risarcimento, la seconda un risarcimento di 40mila euro. Se Mariella Ore ha ancora soldi e, ovviamente, sarà colpevole.

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