La Nuova Sardegna

Oristano

Dall’Africa alla lotta agli sprechi

di Michela Cuccu
Dall’Africa alla lotta agli sprechi

Due giovani dopo l’esperienza in Mozambico decidono di fare la loro scommessa in Sardegna

28 ottobre 2021
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ORISTANO. All’inizio, Emanuele sognava una carriera diplomatica e per questo si era iscritto in Scienze politiche e relazioni internazionali. Francesca, vedeva il suo futuro nella cooperazione internazionale: dopo un anno di servizio civile in Mozambico hanno deciso di vivere in Sardegna e ora producono miele, confetture e composte nel segno della “sostenibilità”. Si erano conosciuti a Torino, negli anni dell’Università, Emanuele Pinna e Francesca Bina. Hanno tutti e due 28 anni, lui è di Oristano, lei di Bologna. Dopo la laurea in Cooperazione internazionale, presa con un giorno di differenza l’uno dall’altra, hanno pensato di trovarsi un lavoro. «Partecipammo a un Bando del ministero degli Interni e ci fanno un contratto di lavoro nel Servizio civile con la Ong Cepa (Comitato europeo per la formazione e l’agricoltura) Onlus di Bologna e partiamo con destinazione Mozambico», dice Francesca. In Africa, i due giovani scoprono quanto disastrosi possano essere gli effetti del cambiamento climatico. Un ciclone forza 4 si era abbattuto proprio nella loro zona di lavoro, distruggendo tutto: case, capannoni, aziende agricole. «La gente del posto si trovò all’improvviso senza più nulla», racconta Francesca. Un impatto che segnerà le scelte future della giovane coppia che nei dodici mesi successivi si occuperà di un progetto per migliorare il reddito delle aziende agricole. A Emanuele sarà assegnato il compito di mostrare agli agricoltori del posto strategie e tecniche di produttività, Francesca seguirà gli aspetti sociali del progetto. In Africa ampliano le loro conoscenze e la comprensione delle disparità e le ingiustizie molto marcate tra Nord e Sud Globale. Durante quell’anno maturano il desiderio di incidere positivamente con il loro lavoro in Italia, sviluppando un progetto che potesse dare continuità alle idee e agli stimoli ricevuti tra studio e vita all’estero, in Africa ma anche in altri paesi europei. Dopo il rientro in Italia e il matrimonio, mettono in pratica il loro progetto che parte da un concetto di lotta agli sprechi alimentari. «Noi buttiamo via tanto cibo, altrove, in Africa ad esempio, il cibo non c’è e la gente muore di fame», dice Francesca. Creano la loro azienda, Nostos, una start up basata su apicoltura e vendita del miele e produzione artigianale di marmellate preparate con ricette tradizionali. Affiancano anche la produzione di una linea di degustazione, riservata a chi preferisce sapori e abbinamenti più insoliti. Infine , con un tocco di esotismo, ci sono i chutney, le salse agrodolci di origine indiana che si gustano abbinate a diverse pietanze. «Le materie prime sono principalmente a chilometro zero» spiega Francesca da dietro il banco del negozio aperto in città il mese scorso. «Basandoci sul principio della sostenibilità, trasformiamo prodotti locali. Le fragole , ad esempio, sono di Arborea, i fichi d’india li abbiamo raccolti dalle siepi, le pere sono di un produttore che, essendo maturate in fretta e non riuscendo a venderle tutte, rischiava di perderle. Poi ci sono le pesche di Zeddiani e albicocche dell’albero del nostro vicino», conclude Francesca.

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