La Nuova Sardegna

Oristano

Operazione Grighine, chieste due condanne

di Enrico Carta
Operazione Grighine, chieste due condanne

Spaccio di marijuana. Chiesti 9 anni per Stefano Caboni e 4 per Danilo Galliazzo Nel 2018 fu messo al tappeto un nutrito cartello di coltivatori e spacciatori

05 novembre 2021
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VILLAURBANA. Su sedici ne sono rimasti due. Sono le uniche, tra le persone coinvolte nell’operazione Grighine, ad aver scelto il rito ordinario. Tutto il resto della truppa coinvolto nell’indagine antidroga condotta dai carabinieri e nel successivo procedimento ha già sbrigato la pratica con la giustizia chi con patteggiamenti, chi con riti abbreviati.

Davanti al collegio si presentano Stefano Caboni, 56 anni di Villaurbana, e Danilo Galliazzo, 35 anni di Siamaggiore. Sono entrambi accusati di spaccio di grandi quantitativi di marijuana, così come enorme fu il sequestro di stupefacente operato tra la fine dell’estate del 2018 e la primavera del 2019. In quell’arco di tempo, gli inquirenti ascoltarono tantissime conversazioni tra i protagonisti dello spaccio che aveva avuto inizio con una serie di coltivazioni nei terreni fertili del Grighine, in altre zone dell’Oristanese e, più a nord, a Birori e ancora a Pattada. A guidare il gruppo, secondo le sentenze già emesse, sarebbe stato Andrea Cuscusa, 38 anni di Villaurbna considerato dagli inquirenti quasi come un piccolo boss della zona nel mondo dello spaccio di droga. A partecipare alla catena di coltivazione, lavorazione e spaccio della droga e anche a sbrigare affari tutt’altro che puliti come intimidazioni, sempre stando alle precedenti sentenze, fu anche l’ex carabiniere Marco Saba, 39 anni di Siamanna.

Le diramazioni erano notevoli e nella rete gettata dai carabinieri finirono anche i due imputati dell’ultimo filone processuale. Rischiano parecchio, soprattutto Stefano Caboni, per il quale il pubblico ministero Silvia Mascia ha chiesto la condanna a nove anni e 21mila euro di multa, ritenendo interpretabile in una sola maniera ciò che le intercettazioni telefoniche e ambientali hanno rivelato e cioè che fosse uno dei più attivi nello spaccio e che tra i coltivatori fosse tra i più presenti. Tra precedenti e aggravanti la richiesta di pena è quindi arrivata sino a nove anni. Meno, ma comunque non poco rischia Danilo Galliazzo, accusato a sua volta di spaccio e anche di tentata estorsione per aver provato a farsi consegnare, con metodi persuasivi non proprio ortodossi, 9mila euro da una persona cui aveva in precedenza ceduto lo stupefacente.

Gli avvocati difensori Cristina Puddu per Galliazzo e Carlo Figus e Dario Masala per Cuscusa hanno provato a smontare la ricostruzione dell’accusa, dando un significato diverso alle intercettazioni e ricordando che di sequestri di droga ce ne sono stati assai pochi e che tutto si basa sui dialoghi carpiti. La sentenza arriverà il 16 dicembre dopo le repliche.

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