La Nuova Sardegna

Oristano

La nuova legge sulle frequenze spegne Super TV

di Davide Pinna
La nuova legge sulle frequenze spegne Super TV

L’emittente televisiva locale era l’unica attiva in provincia Si interrompe una storia iniziata quarant’anni fa

21 novembre 2021
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ORISTANO. «La rivoluzione non sarà trasmessa in TV», diceva una vecchia canzone. Sicuramente non accadrà a Oristano, dove da giovedì nessuna emittente televisiva opera più. Le frequenze utilizzate dai canali sono risorse limitate e il governo ha bisogno di far spazio per lasciare posto agli operatori telefonici e al 5G. Così è partita una riorganizzazione del sistema, che fra le sue vittime segna in Sardegna una decina di piccole televisioni locali, fra cui l’oristanese SuperTV, unica superstite dell’emittenza provinciale.

In principio, negli anni Ottanta, furono TvZero e OrTv a fare da pionieri, da quest’ultima nacque poi Telenova, diventata poi Nova Televisione, che aveva dato continuità al settore. Nel secondo decennio degli anni Duemila cominciò per Nova una crisi aziendale che culminò, dopo anni di cassa integrazione per una decina di lavoratori e di interruzione delle trasmissioni, nel fallimento della società editrice Amal a novembre 2018, che chiuse per sempre la storia della principale emittente oristanese.

Adesso tocca a SuperTV spegnere le luci. La sua storia comincia quarant’anni fa fuori provincia: «L’emittente nacque nel 1981 a Guspini – racconta il direttore Gianni Ledda –. Nel 2000 la rilevammo e trasferimmo la sede a Oristano, dove per vent’anni abbiamo lavorato ininterrottamente. Fummo la prima rete in Sardegna a sbarcare sul digitale. Ora i canali a disposizione sono diminuiti e in estate abbiamo deciso di partecipare al bando per l’assegnazione delle frequenze. Abbiamo commesso un piccolo errore nella nostra domanda, che il Ministero ha ritenuto insuperabile e siamo rimasti tagliati fuori dalla graduatoria».

Anche senza l’errore, però, le cose non sarebbero cambiate. «Il problema – afferma Gianni Ledda – è che, inspiegabilmente, in Sardegna il Ministero ha concesso l’esistenza di tv provinciali solo in Ogliastra e a Nuoro. Per continuare a esistere come televisione regionale, bisogna pagare ogni anno al gestore della rete 80mila euro, una somma che un’emittente comunitaria come la nostra, che ha pochi contenuti pubblicitari, non è in grado di spendere».

Non tutto però sembra perduto. «Il Ministero dovrà riaprire i termini del bando, se ci saranno delle rinunce. Questo significa che potremmo presentare una nuova domanda, ma potremmo continuare a esistere solo se ci verrà riconosciuto il livello di televisione provinciale, che ha costi molto più contenuti», spiega il direttore. SuperTV impiega al momento tre dipendenti, quattro collaboratori giornalistici e due praticanti, ma se le trasmissioni televisive non dovessero riprendere, gli introiti non basterebbero per coprire gli stipendi. Per ora l’emittente continua le trasmissioni sul web. «Non è la stessa cosa – commenta Gianni Ledda –. Molte persone anziane non potranno più seguirci, spesso eravamo per loro l’unico modo di seguire la vita del territorio, con le dirette della Sartiglia, degli Scalzi o della regata de is fassonis e le altre trasmissioni».

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