La Nuova Sardegna

Oristano

La Asl promette tante assunzioni

La Asl promette tante assunzioni

Al convegno sul passato e il futuro del San Martino l’impegno dei manager. Tiepide reazioni

12 dicembre 2021
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ORISTANO. Su una cosa sono tutti d'accordo: la situazione dell'ospedale San Martino di Oristano è disastrosa. Fatta questa constatazione, al convegno “Dal Sant'Antonio al San Martino, passato, presente e futuro dell'ospedale di Oristano” organizzato ieri dalla Assl e dal Comune, le posizioni degli intervenuti divergono, e anche parecchio. Prima, però, spazio al professore e archeologo Momo Zucca che racconta secoli di storia ospedaliera in città, dai due luoghi di cura medievali, Sant'Antonio e San Lazzaro, fino alla nascita del primo nucleo del San Martino a inizio Ottocento. Passato glorioso, che lascia il passo a un presente difficile e a un futuro incerto e contrastato. Il direttore sanitario Sergio Pili comincia il suo intervento con una rassegna stampa degli ultimi tre anni, raccontando attraverso titoli e articoli una decadenza cominciata prima che il Covid mettesse sottosopra la sanità sarda e oristanese e, precisamente, con la chiusura di emodinamica nel 2019. «È giusto presentare alla comunità la situazione così come è, come farebbe un consiglio d'amministrazione davanti all'assemblea degli azionisti» afferma. Poi, però, il tono cambia: «La crisi dell'ospedale è anche un'opportunità di crescita, l'occasione per costruire un modello in cui i dirigenti smettono di coltivare il proprio orticello e cominciano un lavoro di squadra per il bene dell'ospedale. Il gruppo dirigente del San Martino è di alto livello, superiore alla media sarda, con potenzialità non del tutto espresse che potrebbero consentire un salto di qualità epocale». Arriva dunque l'elenco delle nuove assunzioni che nel 2022 dovrebbero rilanciare il nosocomio e risolvere le situazioni più critiche, quei reparti che funzionano a singhiozzo o proprio non ci sono. C'è anestesia dove arriveranno due nuovi medici a gennaio e da martedì cominceranno a lavorare quelli arrivati in convenzione da Nuoro, cercando di far ripartire le operazioni bloccate. Convenzione simile per ematologia, con i medici che però arriveranno da San Gavino. Nuove assunzioni nella farmacia, in pediatria, in medicina interna, in neurologia. Anche in emodinamica, con l'obiettivo di garantire entro il 2022 il servizio per 24 ore, attualmente non presente. «Non è un quadro da salti di gioia, ma consente un ragionevole ottimismo». Il sindaco Andrea Lutzu accoglie positivamente il tentativo di rilancio, ma non si lascia travolgere dall'ottimismo «Spero che le risposte arrivino sui reparti più importanti, altrimenti il San Martino morirà». Il commissario della Assl Giorgio Steri addebita una parte della crisi alla giunta Pigliaru: «Quando fui nominato commissario Ats trovai una situazione disastrosa. Ora, stiamo facendo una rivoluzione che mette al centro il paziente e sono sicuro che farà ripartire anche l'ospedale San Martino». Sicurezza che invece non mostra per nulla Maria Carmela Marras, del comitato per il diritto alla salute: «Promesse ne abbiamo già avute abbastanza, ma risultati non ne sono arrivati. I medici in affitto sono una soluzione tampone, in questo momento al pronto soccorso ci sono solo 6 professionisti per le emergenze e le urgenze». Le altre doglianze sono riassunte in un volantino che viene distribuito in sala ed elenca le carenze attuali dei reparti: «I malati hanno il diritto di pretendere risposte e assistenza ora, non fra sei mesi». Poco convinto anche il presidente dell'ordine dei medici, Antonio Sulis: «Il San Martino non potrà diventare un Dipartimento di emergenza e accoglienza di primo livello in queste condizioni. Tutto nasce dalla scarsa centralità politica di questo territorio e la situazione potrà cambiare solo attraverso soluzioni politiche».

Davide Pinna

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