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«Associazioni mai coinvolte, così la sanità non si salva»

«Associazioni mai coinvolte, così la sanità non si salva»

ORISTANO. Non solo ospedali. Si potrebbe riassumere così, il contenuto del convegno di Cittadinanzattiva dedicato al tema dell’assistenza socio-sanitaria nel territorio, tenutosi ieri all’hotel...

19 dicembre 2021
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ORISTANO. Non solo ospedali. Si potrebbe riassumere così, il contenuto del convegno di Cittadinanzattiva dedicato al tema dell’assistenza socio-sanitaria nel territorio, tenutosi ieri all’hotel Mistral 2. «Volevamo riflettere sullo stato dell’assistenza socio-sanitaria in Sardegna – spiega Maria Grazia Fichicelli, coordinatrice provinciale dell'associazione –. Si parla tanto di ospedali, ma si trascura il territorio, che è il vero fondamento di qualsiasi politica sanitaria. Abbiamo tracciato una mappa di cosa succede nel resto d’Italia, per conoscere le buone pratiche che andrebbero messe in atto anche nell’isola».

Di fronte a una platea numerosa e attenta, nonostante la specializzazione dei temi affrontati, si sono susseguiti interventi dedicati ad argomenti come la telemedicina e l’utilizzo dei big data o la riorganizzazione dei modelli di assistenza infermieristica in vista di una maggiore prossimità alle persone. L’analisi della situazione sarda ha descritto uno scenario che, pur mostrandosi di gran lunga migliore rispetto alla gran parte delle regioni meridionali, sconta gravi ritardi rispetto a Italia centrale e settentrionale. «I numeri sono negativi – commenta Maria Grazia Fichicelli –. Esiste un impaludamento che ci impedisce di capovolgere un sistema fin troppo centrato sugli ospedali. C’è chi vuole costruire nuovi ospedali, si continua a parlare dei pronto soccorso, ma ci si dimentica di quanto sia importante potenziare la sanità territoriale».

Sulla carta, le risorse ci sono, sono quelle del Piano nazionale di ripresa e resilienza che le regioni dovrebbero destinare alla riorganizzazione dei propri modelli sanitari, con l’istituzione delle case e degli ospedali di comunità che dovrebbero garantire adeguata assistenza sanitaria anche alle comunità più periferiche. Tuttavia, non è detto che vengano spese nel modo migliore: «Non può cambiare nulla, se non esiste dialogo e collaborazione fra tutte le professioni sanitarie e le istituzioni coinvolte nel processo. È la politica che deve fare le scelte giuste, coi tanti soldi a disposizione». (dav.pi.)

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