La Nuova Sardegna

Oristano

«Via quel cartello da Mont ’e Prama»

«Via quel cartello da Mont ’e Prama»

Cabras. La Fondazione chiede la sostituzione di quello presente nel sito

09 gennaio 2022
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CABRAS. Un vecchio cartello arrugginito e fatiscente, con annessi errori di ortografia, visibilmente danneggiato dal tempo e dagli agenti atmosferici, è il biglietto da visita che i turisti si troverebbero di fronte andando a visitare in questi giorni l’area archeologica di Mont ’e Prama. Un vero e proprio autogol, un pugno allo stomaco inaccettabile per chi, come la Fondazione Mont ’e Prama, si sta prodigando per promuovere il sito e i Giganti a livello mondiale. «Questo cartello va immediatamente rimosso dal sito – dice il presidente Anthony Muroni –, per amor proprio, perché è giusto farlo, perché sarebbe dannoso non farlo. Non possiamo pensare di fare grandi cose se non si riescono a risolvere nemmeno le questioni più piccole e urgenti. Il mio è un vero e proprio appello».

La Fondazione attende l’autorizzazione della Soprintendenza archeologica e si dice pronta a fare la sua parte: «Se ci danno il via libera, siamo pronti a rimuoverlo e a sostituirlo in due giorni», assicura il presidente.

La suddivisione delle responsabilità fra più enti si traduce, in casi come questo, in un aumento di burocrazia e in un allungamento dei tempi di intervento. In assenza di risposte da Cagliari, il presidente ha voluto esporsi in prima persona: «Le cose solide si costruiscono sulle fondamenta. Spente le luci di un tweet di Chiara Ferragni, di una trasmissione di Alberto Angela, di una programmazione che vola alto, dobbiamo poi confrontarci con il quotidiano e con il rendere vere le storie che raccontiamo», altrimenti si rischia l’effetto boomerang. Solo partendo dalla cura dei dettagli, secondo Muroni, si può pensare di fare un salto di qualità: «Occorre avere rispetto di ciò che siamo stati e di ciò che potremmo e dovremmo essere oggi, avendo rispetto delle nostre potenzialità e reinterpretando virtuosamente ciò che abbiamo ricevuto in dono. L’amore che dichiariamo per il nostro lavoro, le nostre competenze, le nostre capacità va quotidianamente tradotto in atti». (p.camedda)

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