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Al primo cenno di sofferenza il Pronto Soccorso va in tilt

Al primo cenno di sofferenza il Pronto Soccorso va in tilt

ORISTANO. È un copione già visto. Come un anno fa, da qualche giorno, l’area di osservazione breve del Pronto soccorso è interamente occupata da pazienti covid e con un solo medico specialista a fare...

11 gennaio 2022
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ORISTANO. È un copione già visto. Come un anno fa, da qualche giorno, l’area di osservazione breve del Pronto soccorso è interamente occupata da pazienti covid e con un solo medico specialista a fare la spola dall’area “grigia”, con pazienti anche gravi, alla zona di emergenza ordinaria. «Questa situazione, già denunciata in passato, non ha insegnato niente a chi, per ruolo e potere politico, avrebbe dovuto provvedere per tempo», è il commento del Comitato per il diritto alla salute. Il Pronto Soccorso non è da oggi che vive una situazione drammatica. Con appena sei specialisti in medicina d’urgenza a garantire la copertura dei turni di lavoro, affiancati dai medici “in affitto”, che privi della specializzazione necessaria per lavorare nel reparto, si occupano dei casi meno gravi, appunto i codici bianchi e verdi, è solo uno dei reparti che lavora in costante emergenza, con il rischio, neppure tanto improbabile, di chiudere proprio per mancanza di personale.

Dove sono state sospese le attività è ad esempio l’Emodinamica, rimasta senza nemmeno i medici in convenzione (scaduta e non rinnovata) che anche se solo due volte alla settimana, garantivano l’apertura dell’ambulatorio. Non è il solo servizio che, privo di personale, impone ai pazienti di rivolgersi agli ospedali fuori provincia. È il caso, emblematico, di Oncologia-ematologia. La struttura complessa, che fino al 2018 contava su nove specialisti in servizio, ora ne ha appena cinque. Di questi, uno solo per l’oncoematologia: quasi una beffa per un servizio che a giugno, dopo proteste e ricorsi al tribunale da parte dei pazienti, ha ottenuto l’accredito da parte della Regione. «Non possiamo più accettare nuovi pazienti che devono rivolgersi ad altri ospedali», ha denunciato qualche giorno fa Luigi Curreli, segretario di Anaao-Assomed all’Asl di Oristano e coordinatore dei segretari aziendali dell’Ares Sardegna. Il sindacato ha stimato che l’anno scorso siano stati quasi 700 i pazienti che non hanno potuto accedere alla struttura complessa. La carenza di anestesisti, ha imposto, da mesi, il blocco degli interventi chirurgici programmati, compresi quelli di ortopedia, reparto che la settimana scorsa aveva ricoverati otto pazienti fratturati in attesa di essere operati. Intanto è alto l’allarme per la Pediatria che tra qualche mese, avrà tre medici in meno, col rischio, non remoto, di chiusura del reparto. (m.c.)

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