La Nuova Sardegna

Oristano

«Ripulì il conto di un’anziana»

di Enrico Carta
«Ripulì il conto di un’anziana»

Operatore a processo per circonvenzione di incapace ai danni di una sua assistita. Le accuse del pm

12 gennaio 2022
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ORISTANO. Il segreto era stato quello di carpire la fiducia della sua vittima. Quando poi quest’ultima, spaventata dalle continue richieste di soldi, aveva deciso di non adempiere più a quei solleciti, ecco che sarebbero spuntate le minacce. Alla fine, dai risparmi di un’anziana oristanese di 82 anni sarebbero volati via circa 300mila euro; una cifra approssimativa, perché quella del conto in banca è calcolabile senza errore, mentre non si può essere precisi al centesimo sulle ulteriori somme in contanti.

I reati che il pubblico ministero Valerio Bagattini contesta all’imputato sono due: circonvenzione d’incapace ed estorsione. Sotto accusa c’è il cagliaritano Walter Montis, 44 anni, lavoratore per una cooperativa che fornisce servizi e assistenza ad anziani o disabili, il quale era finito anche ai domiciliari, nel momento in cui era scattata la denuncia e una serie di accertamenti aveva portato a dimostrare che il passaggio di denaro c’era stato e anche in maniera copiosa tra il 2016 e il 2019. Il suo bersaglio era l’anziana, che, oltre all’età che avanzava e alle difficoltà che ciò comporta, stava facendo i conti anche con dei problemi di salute che non sempre le garantivano massima lucidità.

Proprio la presunta vittima, che si è costituita parte civile assistita dall’avvocato Roberto Martani, ieri mattina, ha deposto in tribunale di fronte ai giudici del collegio presieduto da Carla Altieri. È stata l’occasione per ricostruire, seppure con comprensibile fatica dovuta ai problemi di età, quanto sarebbe accaduto. La signora ha spiegato di aver avuto bisogno di assistenza successivamente a un guaio fisico e il dipendente di quella cooperativa gli era sembrato la persona adatta.

Le aveva fatto un’ottima impressione da subito e si sarebbe proposto per aiutarla in una serie di mansioni a cui, vivendo da sola e non potendo contare costantemente sull’assistenza dei familiari, non avrebbe potuto adempiere. Ben presto però si sarebbe usciti dai confini del lecito e di ciò che il lavoro di operatore socio sanitario comporta. Dapprima le richieste di denaro in cambio di commissioni erano modiche e apparivano giustificate alla signora. Pian piano però l’imputato avrebbe approfittato della situazione: le avrebbe indicato la necessità di svolgere visite mediche specialistiche per garantirsi l’invalidità o la patente di guida per altro tempo. Medici, non è del tutto chiaro se veri o fasulli, avrebbero agevolato queste operazioni. Alla signora si presentavano persone in camice bianco per effettuare dei costosissimi e sempre più frequenti esami, pagati ogni volta parecchie centinaia di euro quando non diverse migliaia.

Lo stillicidio avrebbe funzionato a lungo, poi però col conto ormai prosciugato, con le preoccupazioni per la situazione economica che crescevano, nella mente della signora i dubbi avrebbero iniziato a farsi strada in maniera sempre più persistente. Fu allora che l’imputato, difeso dagli avvocati Agostinangelo Marras e Giancarlo Frongia, avrebbe iniziato a usare delle minacce per riuscire ad avere altri soldi. Avrebbe così prospettato alla vittima addirittura una denuncia e la carcerazione sicura a Uta nel caso di mancato pagamento delle somme richieste per pagare le perizie mediche fasulle, che sarebbero dovute servire a non subire la revisione delle agevolazioni per l’invalidità o per continuare ad avere la patente.

L’ormai pessima situazione economica non lasciava però alternative e la signora si convinse a raccontare tutto ai parenti. Immediatamente dopo scattò la denuncia, a cui hanno fatto seguito la misura cautelare e ora il processo, sede nella quale l’imputato avrà eventualmente tutti i mezzi per smontare le accuse.

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