La Nuova Sardegna

Oristano

A pesca di ricci sbaglia giorno e luogo

A pesca di ricci sbaglia giorno e luogo

Voleva catturarli nell’area marina protetta del Sinis, ma incappa nella Forestale

22 gennaio 2022
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CABRAS. Voleva chiudere il periodo di raccolta dei ricci in bellezza, con una ultima “pesca”, prima del blocco per tre anni deciso dalla Regione.

E invece rischia per lui di finire male, molto male per una scelta poco avveduta sia sul luogo scelto per la pesca che per la tempistica. Era facile immaginare che ieri sarebbe stato un giorno di particolare attenzione da parte delle forze dell’ordine, alla ricerca degli ultimi irriducibili pescatori. E così è stato.

A essere inopportuno non è stato solo il giorno, ma anche il luogo: l’Area Marina Protetta del Sinis - Isola di Mal di Ventre, dove il personale Forestale della Base Navale e della Stazione Forestale di Oristano ha sorpreso in località “Su Zinnipiri” di Cabras (zona B dell’Area) un pescatore abusivo mentre riemergeva dall’acqua e trascinava sulla battigia un coppo contenente i ricci appena pescati. Dopo il sequestro del pescato (immediatamente liberato in mare) e di tutta l’attrezzatura da pesca, l’autore è stato deferito alla Procura della Repubblica per la violazione delle norme a tutela delle aree protette.

Quei pochi ricci potrebbero diventare quantomeno indigesti. Il trasgressore rischia la pena dell'arresto fino a sei mesi o una salatissima ammenda fino a 13mila euro.

La violazione assume particolare rilievo in quanto da due anni, già dalla stagione 2020-2021 come quella in corso, la pesca del riccio di mare nell’area marina protetta del Sinis è stata totalmente vietata e interdetta anche ai pescatori professionali cui negli anni precedenti veniva rilasciata una speciale autorizzazione, soggetta a stringenti controlli sul numero degli esemplari prelevati.

Il crescente interesse commerciale per la specie ha determinato nell’ultimo decennio un massiccio prelievo sulla risorsa e un conseguente declino degli stock.

Il monitoraggio scientifico ha recentemente evidenziato uno stato di forte sofferenza della specie in molte aree del mare territoriale della Sardegna, da qui la legge votata dal Consiglio Regionale del 22 novembre del 2021 che dispone il blocco del prelievo, raccolta, detenzione, trasporto, sbarco e commercializzazione di esemplari di riccio di mare e dei prodotti derivati freschi per un periodo di tre anni a partire da oggi.



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