La Nuova Sardegna

Oristano

LA CORSA CHE NON SI TERRà 

«Non c’era abbastanza tempo per preparare una Sartiglia normale»

«Non c’era abbastanza tempo per preparare una Sartiglia normale»

ORISTANO. Non c'era il tempo per espletare tutti i passaggi burocratici e non c'erano i numeri, quelli sanitari, per permettere l'organizzazione di un evento. Sarebbero queste le motivazioni...

30 gennaio 2022
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ORISTANO. Non c'era il tempo per espletare tutti i passaggi burocratici e non c'erano i numeri, quelli sanitari, per permettere l'organizzazione di un evento. Sarebbero queste le motivazioni principali che hanno portato gli organizzatori, nel giro di una settimana, dal ragione su una Sartiglia ritrovata, che si sarebbe conclusa almeno con la corsa alla stella, alla decisione di una Sartiglia in formato mignon, con vestizione sfilata dei cavalieri per la benedizione alla città e incrocio delle spade. Da un lato un iter burocratico complesso e lungo, composto da tavoli di concertazione in vari settori e autorizzazioni, sanitarie, sulla sicurezza e altre da dover ottenere per poter organizzare l'evento e che, a ventotto giorni dalla prima giornata di Sartiglia, ha fatto non solo esitare ma definitivamente desistere gli organizzatori istituzionali della giostra. Senza contare la responsabilità per chi avrebbe dovuto predisporre e firmare quelle carte, elaborate di per sé, forse troppo gravose con una curva pandemica che ancora non permette, quantomeno in provincia, di abbassare la guardia. Alla luce di questi ragionamenti, giunti comunque inaspettati quando già si parlava, tra organizzatori e addetti ai lavori, con ottimismo di Sartiglia, venerdì mattina l'amministrazione comunale, guidata dal sindaco Andrea Lutzu, anche nella sua veste di presidente della Fondazione Oristano, ente che coordina anche l'Istituzione Sartiglia e che organizza e promuove la giostra, di concerto con i due gremi di San Giovanni e di San Giuseppe, custodi della tradizione, è stato deciso per un evento ridotto ai minimi termini. «È stata una scelta unanime – spiega Luigi Cozzoli, presidente dell'Istituzione – anche io ero ottimista sino a pochi giorni fa, poi i numeri della pandemia ci hanno messo in chiaro quale fosse l'unica possibilità. Abbiamo scelto di garantire il rispetto della tradizione, se vogliamo anche l'aspetto mistico e propiziatorio della Sartiglia, di più non si può fare». Una scelta che comunque non significa un minor afflusso di persone in città, sia perchè la Sartiglia ha un forte potere attrattivo anche quando si tratta di vedere una pariglia in passeggiata per le strade cittadine, sia perchè, seppur in miniatura, si tratta dell'unico carnevale sardo dove si farà qualcosa. E questo potrebbe diventare un problema. L'evitare l'affollamento di persone, la confusione e situazioni di pericolo contagi è demandato, oltre che ai controlli, al buon senso delle persone, anche alla luce del fatto che, lungo il percorso di via Duomo non ci sarà nessuna transenna che limiti l'accesso in strada e che contenga il pubblico. A trenta giorni dalla domenica di carnevale la festa viene rimandata, quanto meno nella sua forma completa, al prossimo anno mentre, se la crisi sanitaria lo permetterà, a maggio, quando in città e nella borgata marina di Torregrande dovrebbero svolgersi anche altri eventi, potrebbe esserci un assaggio cavalleresco. Non una Sartiglia, ma una manifestazione che richiami il carnevale, magari una corsa all'anello dove invitare le altre città europee legate ad Oristano proprio da questa tradizione, oppure una corsa alle pariglie. «Sono solo ipotesi ma ci stiamo pensando – sottolinea Luigi Cozzoli – l'obiettivo è quello di evitare che si perda completamente anche il ritorno economico per la città che ogni edizione di Sartiglia muove". Un indotto economico importante e che per il secondo anno consecutivo sta lasciando a bocca asciutta e a casse vuote molte attività commerciali.

Eleonora Caddeo

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