La Nuova Sardegna

Oristano

Muri sfondati e porte rotte nel reparto di Medicina

di Michela Cuccu
Muri sfondati e porte rotte nel reparto di Medicina

All’ospedale San Martino i problemi non riguardano solo la carenza di organici La segnalazione di un paziente e del sindacato per le condizioni delle sale

01 febbraio 2022
2 MINUTI DI LETTURA





ORISTANO. Le pareti delle camere scrostate, se non addirittura con grossi buchi, dovuti allo sfondamento accidentale del cartongesso. Le porte malconce. «Venite a vedere come è stato tenuto mio padre», è l’invocazione di un lettore che ha appena avuto a che fare con i problemi dell’ospedale. La segnalazione, correlata di foto che si commentano da sole, arriva dalla figlia di un anziano che nelle scorse settimane era ricoverato al reparto di Medicina. È la conferma che il reparto non soffre unicamente della gravissima carenza di personale: ha anche il problema delle mancate manutenzioni.

Le foto documentano una trascuratezza inammissibile per un ospedale tra l’altro, di costruzione relativamente recente. Angela Dessì, segretaria provinciale del sindacato infermieristico Nursind, conferma: «Purtroppo le manutenzioni vengono trascurate in molte parti dell’edificio. Ultimamente, il problema si è accentuato. Gli interventi si fanno solo se i guasti sono macroscopici, per il resto, viene lasciato com’è». La sindacalista aggiunge: «La mancanza di manutenzioni è solo uno dei tanti problemi con i quali, i pazienti ma anche noi che ci lavoriamo, dobbiamo fare i conti: qui mancano persino farmaci e presidi, come le siringhe che ci vengono rifornite col contagocce, certamente in quantità inferiore alle esigenze».

Non è la prima volta che il sindacato Nursind denuncia le carenze della Medicina del San Martino. Quando, nei giorni scorsi, anche a causa della necessità di trasferire i pazienti ricoverati al Delogu di Ghilarza per poter allestire il reparto covid, il sovraffollamento del reparto era tale da costringere a “parcheggiare” pazienti in barella persino nei corridoi, oltre a chiedere espressamente che i vertici della Asl verificassero la situazione, attraverso l’avvocato Roberto Peara, ha presentato una lettera esposto alla procura oristanese.

«Senza alcun rispetto della privacy, in assoluta scomodità e disagio i pazienti dormono, mangiano e ricevono le cure igieniche in barella, non dispongono di servizi igienici o di arredi in cui riporre gli effetti personali, ma ancor più grave e inaccettabile, non hanno a disposizione erogatori di ossigeno o di aspirazione né campanello di chiamata», ha scritto il sindacato Nursind che parla di rischi per i pazienti: «Per lo più anziani, vulnerabili, con disabilità fisica o cognitiva sono costantemente a rischio di caduta dalle barelle, mentre è particolarmente ardua la sorveglianza, stante l'elevato numero di degenti in rapporto all’esiguità del personale in turno gravato da carichi di lavoro elevatissimi».

Angela Dessì parla di situazione difficilissima per il personale. Dice di voler essere ottimista: «I problemi si trascinano da anni. La pandemia ha avuto l’effetto di evidenziarli. Ora c’è un nuovo direttore generale. Mi auguro che faccia i passi necessari per trovare soluzioni durature».

La classifica

Parlamentari “assenteisti”, nella top 15 ci sono i sardi Meloni, Licheri e Cappellacci

di Salvatore Santoni
Le nostre iniziative