La Nuova Sardegna

Oristano

Sartiglia, le tre incognite da risolvere

di Eleonora Caddeo
Sartiglia, le tre incognite da risolvere

Vestizione, sfilata e incrocio di spade. Questo il perimetro delle attività possibili col dilemma del pubblico contingentato

02 febbraio 2022
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ORISTANO. Un piano sulla sicurezza che, sulla base dei tre momenti previsti dalla ridottissima proposta di Sartiglia, stabilisca lo svolgimento, le presenze, limitatissime a poche decine, e l'eventuale gestione delle ipotetiche criticità. Dovrebbe essere questo, a grandi linee, il contenuto del documento che l’amministrazione comunale, vertice della Fondazione Oristano che comprende anche l’Istituzione Sartiglia, deve recapitare all’attenzione del prefetto Fabrizio Stelo per ottenere il nullaosta per lo svolgimento della prossima Sartiglia, in programma domenica 27 febbraio e martedì 1 marzo.

Oggi la Candelora. È una consegna che, secondo quanto riferito dall’amministrazione comunale, non è ancora chiaro in che tempi avverrà, anche se giovedì, ci sarà un incontro che coinvolgerà anche i gremi e dal quale dovrebbe uscire il progetto richiesto dalla prefettura. Più chiaro è invece che in queste ore si sta svolgendo, in forma riservata, il primo rito ufficiale della Sartiglia, la Candelora ossia la benedizione dei ceri cui si aggiunge la presentazione ufficiale dei due componidori alla città. Dovrebbe bastare questo, e i venticinque giorni di distanza dalla prima “giostra”, per comprendere che il tempo per l’elaborazione di questo documento è strettissimo per svolgere anche quel poco di manifestazione che sarà eventualmente concesso.

I tre momenti. Se nel 2021 la Sartiglia non si era proprio svolta, limitando i gremi alla sola designazione dei due componidori e ad una vestizione a porte chiuse il martedì, quest’anno la curva pandemica, insieme al dettagliato iter burocratico necessario per l’organizzazione dell’evento, darà alla Sartiglia un assaggio di tradizione. Quello che si dovrebbe vedere nelle due giornate di giostra saranno tre momenti: la vestizione nelle sedi dei rispettivi gremi, quindi in via Aristana per i contadini e in via Angioy-via Solferino per i falegnami, con ingresso limitato a poche decine di persone, la sfilata dei cavalieri lungo le vie della città per raggiungere via Duomo che non avrà sabbia, palchi e transenne e il momento dell’incrocio delle spade.

I nodi da sciogliere. Alla luce di questo programma ipotizzato al prefetto, sorgono tanti interrogativi. Il primo è quello legato a come limitare l’amore per la Sartiglia di appassionati e curiosi. Il percorso dalla sede delle due vestizioni sino all’imbocco di piazza Manno è sempre stato libero, senza transenne. Il discorso cambia per via Duomo, solitamente transennata e con le tribune. Quest’anno non sarà così, la via sarà libera e certamente non ci saranno barriere da interporre tra pubblico e corteo di cavalieri. Questo comporta una maggiore difficoltà nel controllare l’afflusso e contingentare eventualmente l’accesso. Va aggiunto poi l’aspetto della sicurezza per il pubblico, ma anche per cavalli e cavalieri, che calpesteranno l’asfalto e non la sabbia ad attutire l’attrito sul percorso, nessuna balla di fieno o protezione. Più facile sarà regolare gli accessi alle due vestizioni, la prima al chiuso dentro la casa del gremio in via Aristana, l’altra all’aperto nella corte interna di una casa campidanese in via Solferino. In entrambi i casi, viste le richieste di un pubblico da contarsi in poche decine, è quasi certo che sarà facile scontentare qualcuno. In ultimo, ma non per importanza, a oggi, esiste un decreto legge, predisposto per i festeggiamenti del Capodanno, che blocca gli assembramenti pubblici sino al 10 febbraio. Poi sarà davvero un liberi tutti?

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