La Nuova Sardegna

Oristano

Candelora, benedetti i ceri

Di Eleonora Caddeo
Candelora, benedetti i ceri

Si sono svolte secondo la tradizione i primi riti della Sartiglia. Protagonisti Gremi e Componidori

03 febbraio 2022
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ORISTANO. Ieri mattina, la città era ancora assopita quando gli uomini e le donne di Sartiglia, dei due gremi di San Giovanni e di San Giuseppe, lontano da occhi indiscreti si apprestavano a svolgere il primo rito della Candelora, giornata che a tutti gli effetti scandisce i giorni precedenti alla giostra. L'erba bagnata dalla brina nel piazzale, pochi gradini da salire per entrare nella chiesetta di San Giovanni dei fiori, dove intorno alle sette e mezza, con puntualità, è iniziata la messa per la benedizione dei ceri del gremio dei Contadini. Raso rosso attorno ai ceri e sui banchi di legno scuro della chiesetta campestre molti ex componidori del gremio, ad onorare San Giovanni, i presidenti da cui ricevettero l'invito e tutto il gremio. Un'ora più tardi, in pieno centro città, nella cattedrale, la cappella dedicata a San Giuseppe ha ospitato come di consueto la benedizione dei ceri del gremio dei falegnami. Anche in questo caso, erano presenti molti ex capocorsa del gremio mentre i fiocchi che ornavano i ceri erano rosa e celeste, come i colori della corporazione. Dal religioso silenzio in cui si sono svolte le due messe, poco dopo le undici e trenta il rullo dei tamburi e lo squillo delle trombe hanno come svegliato dal torpore la città, dando una sorta di annuncio simbolico che solo un appassionato può comprendere e capire.

È l’ora della consegna dei ceri ai due componidori designati, Francesco Loi e Livio Urru, è ciò che sembravano voler annunciare con il loro suono tamburini e trombettieri per le strade della città, nonostante la crisi sanitaria, la curva dei contagi e le difficoltà burocratiche: è Sartiglia, nonostante tutto.

Intorno alle undici e quarantacinque, nella zona industriale della città, solitamente ritmata da clacson di tir e mazzi pesanti, i tamburini e trombettieri della Pro Loco hanno scandito il passo del majorale en cabo Antonello Addari e del suo vice, Antonello Fenu, per la consegna del cero a casa del componidori prescelto Livio Urru. Emozionato, insieme ai compagni di pariglia Attilio Balduzzi e Giuseppe Sedda, che hanno già rivestito i panni del capocorsa, il componidori designato ha ricevuto il cero con l'usuale benedizione «santu Giuseppi t'assistada». Nonostante la mascherina nera, le espressioni del volto e gli occhi del componidori, hanno mostrato tanta emozione e orgoglio per un invito certamente atteso da tanto tempo. A mezzogiorno il suono del gruppo tamburini e trombettieri che ritma da anni la giostra della domenica, ha fatto risuonare la case in via Martiri di Sutri, e il cuore del componidori Francesco Loi. Emozionato, in abito di velluto millerighe, insieme ai due compagni, Luca Figus e Daniele Ferrari ha accolto il suo presidente, s'oberaju maiori, Michele Pinna, alla suo primo mandato, insieme a s'oberaju e cascia, Tore Carta, con evidente emozione. "Santu Giuanni t'aggiudidi", una stretta di mano e una sulla spalla quasi a simboleggiare da un lato la fiducia riposta dal presidente al suo componidori, dall'altra la riconoscenza e la volontà di voler onorare l'invito ricevuto. Stesse emozioni anche per la candelora dei più piccoli. Il volto del componidoreddu, Federica Pani, supportata da su segundu, Lorenzo Carboni e da su terzu, Luca Piras, non ha trattenuto l'emozione quando il presidente della Pro loco, Gianni Ledda, ha consegnato il cero benedetto.

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