La Nuova Sardegna

Oristano

I Musei pronti alla ripartenza

I Musei pronti alla ripartenza

A Ghilarza (Casa Gramsci) e Samugheo (Murats) definite nuove iniziative

03 febbraio 2022
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GHILARZA. Giocare al rialzo malgrado la pandemia: nei luoghi di cultura del territorio si investe sull'offerta e sull'attrattività per uscire definitivamente dalla crisi scoppiata con l'emergenza sanitaria. In alcuni dei musei più importanti dell'Oristanese i segnali di ripresa registrati nel 2021 hanno dato impulso a una programmazione più ricca nell'ottica di catalizzare un maggior numero di presenze rispetto all'ultimo biennio. Nella Casa Museo Antonio Gramsci l'attività è partita con il piede giusto, facendo segnare un piccolo record di presenze a gennaio, storicamente il mese con l'affluenza più bassa. Ma il dato più incoraggiante riguarda il numero degli accessi totalizzato lo scorso settembre, 178, mai raggiunto nel quinquennio precedente. I numeri assoluti rilevano invece un calo vertiginoso delle presenze, sul quale, oltre alle limitazioni anti-Covid, ha inciso pesantemente la drastica riduzione d'orario imposta per cinque mesi dalla carenza di personale. Si è così passati dai 4065 visitatori del 2018 agli 887 del 2021. Nel secondo semestre è stato recuperato un po' di terreno grazie alla ricostituzione dell'organico e al ripristino delle 42 ore d' apertura settimanali, alla Gramsci Summer school e al congresso internazionale. «Abbiamo subito un crollo, ma realisticamente credo che, operando a regime, nel 2022 potremmo raggiungere le cinquemila presenze anche con le limitazioni sanitarie», afferma il presidente della Fondazione Casa Museo Gramsci, Giorgio Macciotta, che annuncia come «per raggiungere l'obbiettivo puntiamo su un programma ricco: una settimana di celebrazioni ad aprile e la seconda edizione dell' International Gramsci Festival a luglio». In altre realtà si è riusciti addirittura a sfiorare i numeri pre-pandemia. Nel 2021 il Museo regionale dell' arte tessile di Samugheo è stato visitato da oltre cinquemila persone «mentre nel 2020 abbiamo perso più di duemila visitatori, l'anno scorso ci siamo avvicinati ai livelli precedenti», afferma il direttore Baingio Cuccu. L'afflusso più consistente è coinciso con Tessingiu, la Biennale Fiber Art e l'esposizione su Tosino Anfossi, e quest'anno si punta ad alzare ulteriormente l'asticella in termini di offerta. «Stiamo preparando una serie di iniziative – anticipa Cuccu – se ci saranno accordati i contributi richiesti porteremo in Sardegna eventi e collezioni che hanno avuto risonanza a livello nazionale. Investiremo anche sull'aspetto della fruibilità del museo. Stiamo rilanciando l'attività sperando che il contesto generale migliori, ma se non lo facessimo sarebbe un suicidio».

Maria Antonietta Cossu

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