La Nuova Sardegna

Oristano

Morti al San Martino la direzione della Asl «Solo uno per covid»

Morti al San Martino la direzione della Asl «Solo uno per covid»

Secondo il direttore Serusi anche in questa circostanza il virus sarebbe stato solo una concausa del decesso

03 febbraio 2022
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ORISTANO. La Asl interviene in merito alla situazione di sofferenza che da settimane vive il pronto soccorso del San Martino e ai casi di decessi che si sono verificati nella struttura in questi ultimi giorni.

Lo fa per precisare meglio, cosa sia successo in reparto nei giorni scorsi, e come riportato dalla Nuova, quanto siano addebitabili interamente al covid le morti avvenute lo scorso fine settimana.

«Dobbiamo chiarire e rendere noti all’opinione pubblica – scrive in una nota il direttore generale della Asl Angelo Maria Serusi – i dati certi sui ricoveri e sui decessi avvenuti nel Pronto Soccorso in questo periodo, per evitare che tali notizie possano ingenerare nell’opinione pubblica sfiducia nei confronti dell’operato dei sanitari coinvolti che al contrario, si prodiga giornalmente con grande abnegazione e professionalità nell’assistenza ai pazienti». Un elemento, quest’ultimo che la Nuova in queste settimane ha puntualmente messo in evidenza, auspicando semmai un potenziamento del personale operante al Pronto Soccorso proprio per non caricare sui pochissimi medici presenti un onore di incombenze insopportabile.

«Dal 1° gennaio a tutt’oggi – prosegue la nota – sono stati assistiti presso l’Osservazione Breve del Pronto Soccorso 81 pazienti affetti da varie patologie e positivi al Sars-CoV2. Di questi 30 sono stati trasferiti presso altri Presidi, 18 sono stati dimessi a domicilio, 12 sono attualmente presenti. Dei decessi avvenuti, solamente 6 sono riconducibili ad una infezione da Sars-CoV-2 ed in uno l’infezione da Sars-CoV-2 è una concausa della morte ma secondaria in quanto la causa principale del decesso è di altra natura. E’ infatti necessario precisare, a questo proposito che i decessi hanno riguardato persone fragili».

E’ inoltre doveroso ricordare, che il Presidio Ospedaliero San Martino sede di DEA (si tratta della sigla che indica il Dipartimento di Emergenza e accettazione, ndr) di primo livello non effettua attualmente ricoveri per pazienti positivi al Sars-CoV-2. La struttura ospedaliera è comunque dotata di una unità Operativa di Anestesia e Rianimazione. Lo stesso presidio ha dotazioni tali da garantire i requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi per l’assistenza ai pazienti in situazioni di urgenza ed emergenza, garantendo la stessa anche nel Pronto Soccorso e nell’Osservazione Breve intensiva secondo i più accurati protocolli sanitari. Sin dall’inizio della Pandemia il Pronto Soccorso ha garantito percorsi differenti per i pazienti positivi o sospetti al Sars-CoV-2, adattando l’organizzazione alle necessità che di volta in volta si manifestavano nel corso dell’assistenza e della numerosità dei pazienti. In tutti questi casi – conclude la nota di Serusi – sono stati garantiti i processi di sanificazione degli ambienti sanitari e delle ambulanze utilizzando Dispositivi Medici idonei allo scopo con personale adeguatamente formato».

Nei giorni scorsi sia i sindacati confederali che i comitati erano intervenuti pesantemente contro i vertici Asl. I primi con Michele Zucca, segretario provinciale della Uil-funzione pubblica aveva denunciato come il San Martino, pur non essendo ospedale covid, di fatto lo fosse diventato. «Il Pronto soccorso, infatti, è arrivato nei giorni scorsi ad avere quindici pazienti positivi, alcuni gravi, “parcheggiati” in attesa di ricovero in reparti covid». I secondi avevano sollecitato l’intervento della magistratura (che già aveva aperto una inchiesta lo scorso anno, ndr) «La gente muore perché l’osservazione breve non ha il personale e le strutture che consentono di intubare e seguire i pazienti con grave insufficienza respiratoria».(g.cen.)

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