La Nuova Sardegna

Oristano

Archeologia e ambiente bloccano i lavori pubblici

di Paolo Camedda
Archeologia e ambiente bloccano i lavori pubblici

Cabras. Il corto circuito normativo frena una serie di progetti ad alta sostenibilità Ferme le piste ciclabili, la strada per Torregrande e la rotonda a San Salvatore

05 febbraio 2022
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CABRAS. Il pericolo è quello di fare la fine della Linea C della metropolitana di Roma. Fatte le debite proporzioni, anche a Cabras il problema tra opere pubbliche, salvaguardia ambientale e ritrovamenti archeologici inizia a diventare preoccupante. Sono infatti tanti i progetti che mirano a cambiare in maniera sostenibile il volto del territorio, ma per molti di questi è arrivato il semaforo rosso. L’obiettivo è quello di creare un nuovo modello di mobilità, che porti benessere in tutto l’Oristanese, attraverso i servizi e il turismo senza pregiudicare la ricchezza ambientale e storico-archeologica. Il Comune deve però fare i conti con i continui stop agli interventi imposti dalla Soprintendenza e, oggi, si trova a denunciare un corto circuito normativo che rischia di far fallire gli obiettivi. «È un insieme di opere che interessa l’intera provincia – precisa l’assessore ai Lavori pubblici, Enrico Giordano –, tutti coloro che vorrebbero visitare le spiagge del Sinis o i siti archeologici, magari attraverso percorsi di mobilità sostenibile e che oggi lo fanno senza alcuna sicurezza».

La mobilità sostenibile. I progetti più recenti bloccati dalla Soprintendenza sono quelli sulla mobilità sostenibile. «In tutti i casi parliamo sempre di progetti di fattibilità tecnico-economica – precisa l’assessore Giordano –. Uno di questi è quello del miglioramento della viabilità fra Oristano, Cabras e San Giovanni di Sinis, con un finanziamento da 4 milioni». Inizialmente in capo all’Anas, poi passato alla Provincia e ora preso in mano dal Comune, è stato diviso in due lotti. Il primo si occupava della realizzazione della rotonda provvisoria, che potrebbe diventare definitiva, e prevede l’allargamento della strada provinciale 1 per Torregrande con la realizzazione di una pista ciclabile e di un percorso pedonale. Inoltre, per motivi di sicurezza stradale, comprende l’allargamento del ponte sul Rio Mannu e la costruzione di un ponticello per l’attraversamento pedonale.

Il secondo lotto prevede invece la realizzazione di una pista ciclabile dalla stessa rotonda sino a San Giovanni di Sinis, in adiacenza alla strada provinciale 7, e di una rotonda nell’incrocio per San Salvatore. Questo progetto è molto più ampio, ed è portato avanti dall’Arst, che ha avuto l’incarico di realizzare itinerari ciclabili in tutta la Sardegna. «Il Comune ha ottenuto anche una deviazione per Tharros, inizialmente non prevista», spiega l’assessore.

Le bocciature. A determinare il no della Soprintendenza è stata principalmente la restrizione prevista dal cosiddetto Piano Casa regionale, che all’articolo 28, salvato anche di recente dalla Corte Costituzionale, stabilisce un limite di 300 metri di distanza dagli specchi d’acqua naturali, individuati nel Piano paesaggistico regionale, per la realizzazione di nuove opere di edificazione. Una norma che mal si coniuga per un Comune che, dalle acque, è totalmente circondato. La norma serve per impedire la costruzione di nuovi edifici, ma questi progetti non prevedono nuove costruzioni. Il Comune aveva anche valutato la possibilità di utilizzare percorsi alternativi, poi però ha scelto quelli aderenti alle due provinciali per garantirne l’utilizzo a cicloamatori su strada, disabili, bambini e pedoni che vorranno fare il percorso più breve o non possono utilizzare vie alternative. L’idea era solo quella di migliorare le strade che già esistono da decenni con opere ad alta sostenibilità.

Di diverso parere sono però i funzionari della Soprintendenza, che hanno detto no al progetto, suggerendo uno spostamento dei percorsi. La bocciatura è arrivata perché gli interventi dei due lotti ricadono nei 300 metri protetti. L'amministrazione comunque non intende arrendersi: «Cosa vogliamo fare di questo territorio? – domanda l’assessore Giordano –. Lo lasciamo così com’è, oppure pensiamo a uno sviluppo sostenibile come quello che proponiamo con i nostri progetti? I pareri negativi sono troppo rigidi, ma vedremo di superare questo stallo».

Di natura archeologica sono invece i motivi che hanno portato al momento lo stop alla rotonda di San Salvatore. Nelle vicinanze dell'incrocio c’è la cava romana di San Giorgio, «Peccato che il sito sia pressoché abbandonato a se stesso. In questo caso probabilmente risolveremo spostandoci un po’ e spendendo di più». (1 / continua)

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