La Nuova Sardegna

Oristano

Usi civici, la soluzione è vicina

di Davide Pinna
Usi civici, la soluzione è vicina

Accordo tra Comune e Regione per il problema che riguarda circa 200 case in aree pubbliche

05 febbraio 2022
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ORISTANO. Il sindaco Andrea Lutzu e l’assessora Maria Bonaria Zedda non hanno dubbi: la questione degli usi civici ha imboccato la strada giusta. Il Comune è convinto che il problema sia risolto e ciò è dovuto al fatto che abbia concordato con la Regione il procedimento che consentirà il trasferimento degli usi civici dai terreni urbanizzati ad aree di interesse ambientale. «Si parte con Torregrande, ma l’obiettivo è arrivare a una rapida soluzione per l’intero territorio comunale – spiegano primo cittadino e assessora –. Metteremo così la parola fine a un problema vecchio di decenni, dando finalmente una risposta positiva alle legittime aspettative di 200 proprietari che hanno acquistato dei beni di cui non possono disporre pienamente».

Chi possiede quelle abitazioni non può venderle né ristrutturarle: le case, infatti, lì non ci dovrebbero essere, perché quei terreni sono da secoli gravati dai diritti di uso civico, che in epoca feudale garantivano alle popolazioni la possibilità di trarre dalla terra il proprio sostentamento. Ora, lo Stato li interpreta come vincoli a salvaguardia delle aree di pregio naturale, ma le amministrazioni comunali nei decenni scorsi hanno venduto e rilasciato concessioni edilizie senza tener conto di questo aspetto.

Così, nonostante tutti concordino sul fatto che il valore ambientale di queste zone urbanizzate si sia ormai azzerato, è nato lo stallo. La Regione aveva provato a sbloccarlo, autorizzando i Comuni a trasferire gli usi civici in terreni dotati di un effettivo valore ambientale, ma la Corte Costituzionale aveva bocciato la pratica, ribadendo la competenza esclusiva dello Stato. L’approvazione di un emendamento presentato in estate dal deputato 5 Stelle Alberto Manca dovrebbe aver risolto il problema, dato che lo Stato ha autorizzato le Regioni a occuparsi della materia. A sua volta, la Regione a dicembre ha delegato ai Comuni l’approvazione delle delibere consiliari di trasferimento e assegnato le competenze sull’istruttoria all’assessorato all’Agricoltura.

Ci sono però dei vincoli da tenere in considerazione, adottati per evitare che la disposizione venisse contestata come un condono mascherato: sono infatti escluse tutte le opere abusive e gli edifici costruiti dopo la legge 431 dell’agosto 1985 sulle zone vincolate. Il Comune aveva già avviato l’iter nel 2018 con una delibera su Torregrande, ma tutto si era fermato in seguito allo stop della Corte costituzionale.

«In questi mesi abbiamo avuto un fitto e proficuo dialogo con la Regione e in particolar modo con l’assessora Gabriella Murgia – spiega l’assessora comunale Maria Bonaria Zedda –. È il primo importante passaggio, preliminare all’esame di tutto il piano di trasferimento degli usi civici. La gran parte dei vincoli gravano su Torregrande e dalla soluzione del problema di quell’area seguirà a cascata la soluzione anche per le altre aree della città e delle frazioni. Il piano del Comune punta a spostare i vincoli in altre zone di proprietà comunale per 55 ettari complessivi: a Torregrande le aree sono quelle sul lato destro, fra la torre e il porticciolo, e sul lato sinistro all’ingresso della borgata per un totale di 16 ettari. L’uso civico sarà trasferito nella pineta».

I terreni destinatari dovranno avere un reale valore ambientale. «Trasferendo l’uso civico valorizziamo le caratteristiche ambientali di parchi e pinete – concludono Andrea Lutzu e Maria Bonaria Zedda –. L’obiettivo principale però è la soluzione definitiva di un problema che limita il diritto di proprietà di tante persone che potranno nuovamente disporre in pieno delle loro proprietà».

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