La Nuova Sardegna

Oristano

Tadasuni la replica di Pisu «Sono e rimango sindaco»

di Maria Antonietta Cossu
Tadasuni la replica di Pisu «Sono e rimango sindaco»

Il primo cittadino, ex commissario regionale, replica alle opposizioni «Non esiste alcuna ineleggibilità, è stato fatto tutto secondo procedura»

17 febbraio 2022
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TADASUNI. Il dilemma sull'eleggibilità di Pierpaolo Pisu alla carica di sindaco sarà presto tema di confronto in consiglio comunale, ma per l'ex commissario straordinario di Tadasuni il caso è già ampiamente chiarito dalla normativa e dalle successive interpretazioni del ministero dell'Interno, che escluderebbero condizioni di incompatibilità.

A una diversa conclusione era giunta, invece, la minoranza, che richiamando l'articolo 60 del Testo unico degli enti locali ravvisava un vizio procedurale nelle mancate dimissioni del funzionario pubblico prima della presentazione delle liste elettorali. Sulla questione si è pronunciato l'assessorato regionale agli enti locali.

«Ma il suo parere non è affatto vincolante», afferma Pisu ribaltando completamente le valutazioni della minoranza. «Mi ero già posto il problema e avevo consultato diversi esperti in materia che hanno confermato la legittimità del mio operato. Secondo quanto stabilito dallalegge non sussistono cause di ineleggibilità, se non nel caso in cui il commissario straordinario si candidi in un Comune diverso da quello che amministra».

La nota di chiarimento trasmessa alle parti dalla direzione generale dell'assessorato si sofferma sul principio di imparzialità quale elemento di garanzia della regolarità del procedimento elettorale e si conclude con la consideraizone secondo la quale nno sembra essere stata rispettata la posizione del candidato sindaco che non si era dimesso dall’incarico.

Pisu esclude l'esercizio di un'ipotetica posizione di “supremazia” rispetto agli altri candidati. «Le cause di incandidabilità non sussistono perché nel mese precedente alle consultazioni non ho adottato atti straordinari che avrebbero potuto condizionare l'esito del voto. Anzi, l'ultima delibera risale a luglio 2021. Inoltre, le posizioni di un commissario straordinario e di un sindaco sonoidentiche e un amministratore in lizza per un secondo mandato non si dimette certo dalla carica. Nel mio caso, peraltro, cessare le funzioni avrebbe comportato problemi pratici enormi per l'organizzazione dell'ufficio elettorale e avrebbe messo a rischio lo svolgimento stesso delle elezioni», conclude Pisu.

La questione sarà dibattuta in aula di consiglio ma non è escluso il ricorso al tribunale amministrativo regionale. «Mi stupisco che due ex sindaci non conoscano i rudimenti della materia e non si siano rivolti direttamente alla giustizia amministrativa – rileva Pierpaolo Pisu – presumo che la polemica nasca dall'esito del voto piuttosto che da un'anomalia procedurale». Resta il fatto che nel piccolissimo centro, 150 abitanti adagiato sulle sponde dell’Omodeo la disfida è appena agli inizi.

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