La Nuova Sardegna

Oristano

Femmina di fenicottero muore dopo una agonia di dieci giorni

Femmina di fenicottero muore dopo una agonia di dieci giorni

TERRALBA. Da giorni non poteva più mangiare: una lenza abbandonata, le si era aggrovigliata attorno al corpo, dalle zampe fino al collo. È morta così, una femmina di fenicottero che i volontari della...

18 febbraio 2022
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TERRALBA. Da giorni non poteva più mangiare: una lenza abbandonata, le si era aggrovigliata attorno al corpo, dalle zampe fino al collo. È morta così, una femmina di fenicottero che i volontari della Lipu e i veterinari della Clinica Duemari, avevano cercato di salvare. «Il 6 febbraio – racconta Gabriele Pinna, portavoce della delegazione Lipu di Oristano – ci era stata segnalata a Marceddì una femmina di fenicottero in gravi difficoltà. Una nostra volontaria l’ ha seguita e monitorata per giorni, comunicando ogni variazione. Una mattina le condizioni sembravano essere nettamente peggiorate, il collo appare ingrossato: decidiamo di intervenire, come abbiamo fatto tante altre volte». È la sera del 9 febbraio, quando sfidando le acque gelide, i volontari, nuotando a pelo d’acqua, col supporto della barca di un pescatore tentano di catturarla. Ma è difficile: il fenicottero, impaurito, si invola cento metri più avanti. Tentano ancora, ma non riescono. Al telefono, il veterinario Paolo Briguglio suggerisce «di aspettare un momento di maggiore debolezza del fenicottero che ne renda possibile il salvataggio - scrive Pinna – Ci guardiamo negli occhi, ci sentiamo stanchi e impotenti. La frustrazione di lasciare il fenicottero intrappolato da quel groviglio di nylon è molto grande, ma aspettiamo. La nostra volontaria, continua a monitorarlo». È il 16 febbraio, ormai una decina di giorni dopo i primi avvistamenti, che il fenicottero viene trovato immobile nel fango. I volontari lo recuperano, portandolo immediatamente alla clinica veterinaria dove il giorno dopo, muore. «Nonostante anni di esperienze di recuperi, non sempre andati a buon fine, questa vicenda ci ha profondamente segnati: non ci abitueremo mai alle terribili conseguenze di comportamenti umani sconsiderati. L’abbandono (a volte inconsapevole) di reti e lenze, talvolta con ami, provocano spesso la morte di uccelli e altri selvatici, come piccoli mammiferi o tartarughe marine», conclude, amaramente, Pinna.

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