La Nuova Sardegna

Oristano

le voci dei manifestanti 

L’ennesimo allarme generale «ma finora poche risposte»

L’ennesimo allarme generale «ma finora poche risposte»

ORISTANO. «A Marrubiu da tre anni siamo senza pediatra di libera scelta e i genitori sono costretti ad andare altrove per curare i loro figli». Fascia tricolore sulla giacca, Luca Corrias, primo...

13 marzo 2022
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ORISTANO. «A Marrubiu da tre anni siamo senza pediatra di libera scelta e i genitori sono costretti ad andare altrove per curare i loro figli». Fascia tricolore sulla giacca, Luca Corrias, primo cittadino di Marrubiu è uno dei tanti sindaci che ieri erano in piazza Roma. «Purtroppo dopo molte manifestazioni e proteste poco è cambiato – fa notare Mario Tendas, primo cittadino di Solarussa –. Ho sempre partecipato a queste iniziative però mi rendo conto che, se mancano gli interlocutori, è come parlarsi addosso».

Giusta osservazione: di consiglieri regionali c’è solo il pentastellato Alessandro Solinas, che dice: «La mia presenza è doverosa, date le condizioni estremamente critiche della sanità locale». Consistente invece, la presenza di medici e operatori sanitari dell’Asl di Oristano. Alcuni di loro sono anche sindacalisti come Luigi Corrias segretario di Anaao Assomed, Giampiero Sulis del Cimo, Giuseppe Obinu di Aaroi-Emac. Proprio quest’ultimo dal palco denuncia i ritardi nell’attuazione in Sardegna della legge sulle terapie palliative, indispensabili per accompagnare, senza sofferenza, i pazienti terminali.

La carenza di medici di medicina generale, che di fatto, nega a migliaia di cittadini i livelli assistenziali di base, per Alessandro Usai, segretario Fimmg, rischia di aggravarsi ulteriormente: «Non ci sono segnali di miglioramento». Salvatore Manca presidente regionale del Simeu ha stigmatizzato il numero chiuso alla facoltà di Medicina: «Tra due o tre anni gli ospedali resteranno senza medici e chiuderanno». Francesco Carta, di Medicina democratica, ha condannato la politica «che continua a favorire la sanità privata a discapito di quella pubblica: oggi per questo motivo, il 20 per cento della popolazione rinuncia a curarsi». Angela Dessì del sindacato infermieristico Nursind ha invece parlato dell’assenza di presìdi e dei vuoti di organico, rivendicando: «Il diritto per il personale di poter svolgere correttamente il proprio lavoro». Andrea Sanna, segretario provinciale della Cgil ha ricordato come «La sanità è un diritto che non va rivendicato, ma riconosciuto». Critiche alle politica sanitaria regionale e nazionale sono arrivate dal segretario dell’Usb, Enrico Rubiu. «Per cambiare le cose serve un’intesa trasversale da parte della politica regionale», ha aggiunto Antonio Sulis, presidente dell’Ordine dei Medici della provincia di Oristano. ( m.c.)

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