La Nuova Sardegna

Oristano

Lingua blu, epidemia quasi debellata in tutta la Provincia

di Maria Antonietta Cossu
Lingua blu, epidemia quasi debellata in tutta la Provincia

Da un mese non si registrano ulteriori focolai negli ovili Dissequestrati gli allevamenti sottoposti a quarantena

16 marzo 2022
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SEDILO. Nelle campagne dell’Oristanese si va verso il superamento dell’epidemia di lingua blu che, a cavallo tra il 2021 e il 2022, ha colpito centinaia di allevamenti ovini. Secondo l’ultimo aggiornamento diffuso ieri dall’Istituto Zooprofilattico, ci sarebbe una ventina di focolai ancora attivi nel territorio provinciale e, in alcuni casi, si prospetta la revoca dell’ordinanza di sequestro sanitario del gregge in tempi brevi.

L’ondata ha subito un sensibile rallentamento all’arrivo dell’inverno ed è andata lentamente scemando fino a estinguersi completamente in vaste porzioni della provincia. L’altopiano del Guilcer è tra queste, malgrado l’elevato numero di aziende interessate dall’infezione. Solo nel comprensorio di Sedilo, tra i centri con il patrimonio zootecnico più consistente, la febbre catarrale degli ovini è entrata in 85 ovili interessando oltre la metà delle aziende. L’ultimo focolaio è stato dichiarato estinto due mesi fa e da quel momento non sono stati rilevati nuovi casi di infezione.

Ora in tutto il territorio provinciale si apre la fase della sorveglianza. Per monitorare la situazione e intercettare l’eventuale circolazione del virus, le Asl effettueranno periodicamente dei prelievi sui capi sentinella che, per quanto riguarda questa zona, sono stati individuati all’interno di alcuni allevamenti di Aidomaggiore e Abbasanta. La Regione e i servizi veterinari hanno approntato anche il piano di vaccinazione per scongiurare una seconda ondata del morbo. Con la nuova campagna di profilassi, si punta a immunizzare tutti i capi e non più le sole rimonte.

Questa è una strategia che non convince tutti gli allevatori e non troverebbe condivisione unanime neppure tra gli addetti ai lavori. La campagna di profilassi, che dovrebbe terminare a giugno, sarà tema di approfondimento in un incontro organizzato per venerdì alle 10.30 a Sa Prima Ighina dal Comune e dal Centro Studi agricoli. Si parlerà del vaccino spento contro il sierotipo 4 della malattia e degli indennizzi contro gli effetti che la febbre catarrale ovina ha avuto sul patrimonio zootecnico. Oltre a causare la morte delle pecore, il virus ha provocato danni alla produzione dovuti alla riduzione della lattazione, agli aborti e a una condizione permanente di indebolimento dell’organismo negli esemplari che hanno superato la malattia.

Sotto la lente di ingrandimento finiranno tutti i temi di stretta attualità legati alla crisi del mondo agropastorale, che si ritrova a fronteggiare un aumento dei costi di produzione senza precedenti a causa dell’impennata dei prezzi del carburante, dei costi energetici e delle materie prime destinate all’alimentazione del bestiame. Stando ai dati diffusi dalle organizzazioni agricole, soltanto i cereali hanno subito incrementi che variano dal 27, al 45 al 60 per cento a seconda che si tratti di soia, mais e orzo.

Altro tema caldo è il caro energia, aspetto che sarà affrontato in relazione alle misure di sostegno previste per gli interventi di efficientamento energetico nei fabbricati agricoli. Proprio sui tetti fotovolotaici il Centro studi agricoli ha sollecitato una deroga del governo nazionale affinché nel Pnrr sia previsto un incentivo del 90% indipendentemente dall’età del titolare d’azienda. Gli altri argomenti in scaletta riguardano le misure della Pac e i bandi del Piano di sviluppo rurale.

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