La Nuova Sardegna

Oristano

Avviso della società Torre: «Chi sbaglia paga i danni»

di Davide Pinna
Avviso della società Torre: «Chi sbaglia paga i danni»

Prosegue lo scontro per il progetto di edilizia sociale in via Lepanto Il costruttore avverte il consiglio comunale: «Un voto negativo va motivato»

19 marzo 2022
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ORISTANO. Non rimane senza repliche l’appello del comitato Via Lepanto, affinché il Comune respinga definitivamente progetto di housing sociale che dovrebbe sorgere a poche centinaia di metri dalla chiesa di Sant’Efisio. E c’è da scommettere che il tema, fra i più caldi della campagna elettorale del 2017, tornerà al centro di quella che si appresta a cominciare. Sono fonti vicine alla società Torre, che gestisce il fondo immobiliare Housing Sociale Regione Sardegna, titolare del progetto, a ribattere.

Il primo punto contestato è quello dell’asserita illegittimità rispetto al Puc del piano attuativo presentato dalla società nel marzo del 2018 e, da allora, mai approdato al voto del consiglio comunale: per la società, non spetta né al comitato né ai consiglieri comunali esprimersi sulla regolarità urbanistica del piano attuativo, dato che di questo si sono già occupati da tempo, rilasciando un parere positivo, gli uffici dell’ente locale. Il sottinteso è che, se i consiglieri comunali vorranno opporsi, dovranno motivare tecnicamente la propria scelta, altrimenti fioccheranno le richieste di risarcimento danni.

L’oggetto della contesa è legato all’altezza dei due palazzi. Venti metri sono troppi per il comitato, che contesta il peso dell’intervento sul quartiere. Per converso, i tredici metri stabiliti dal Puc per le costruzioni in concessione diretta, sono troppo pochi per Torre, che ritiene prioritario l’interesse pubblico per gli alloggi a canone calmierato. Impossibile una mediazione. «La società è parte lesa in questa situazione. Bisognerebbe ricordarsi che l’area è stata acquistata vincendo un bando pubblicato dallo stesso Comune con la finalità di realizzare un numero di appartamenti da destinare ad housing sociale compreso fra un minimo di 45 unità e un massimo di 60», spiegano fonti vicine al dossier.

Ecco il punto, che sposta la questione dal piano del diritto amministrativo a quello politico. C’è una sentenza del Tar che stabilisce che la concessione diretta rilasciata dall’Ufficio tecnico per un’altezza di poco meno di venti metri è illegittima. La sentenza è stata appellata da Torre e dunque non è stata ancora scritta la parola fine sulla battaglia giudiziaria. Resta il nodo politico: da un lato il comitato ritiene che anche il piano attuativo presentato nel 2018 sia illegittimo e vada dunque respinto dal consiglio comunale, dall’altro Torre che si fa forte del parere positivo degli uffici e dei passaggi della sentenza in cui i magistrati sembrano affermare che il problema principale sia stato proprio il mancato coinvolgimento del consiglio comunale. Che, per ora, continua a non decidere.

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