La Nuova Sardegna

Oristano

Morta in Tunisia la tartaruga Azzurra curata nel Sinis

Morta in Tunisia la tartaruga Azzurra curata nel Sinis

CABRAS. Azzurra non ce l’ha fatta. La tartaruga della specie caretta caretta, fra le quattro liberate lo scorso 9 ottobre nelle acque di San Giovanni di Sinis, è stata ritrovata morta in Tunisia, su...

19 marzo 2022
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CABRAS. Azzurra non ce l’ha fatta. La tartaruga della specie caretta caretta, fra le quattro liberate lo scorso 9 ottobre nelle acque di San Giovanni di Sinis, è stata ritrovata morta in Tunisia, su una spiaggia del Golfo di Hammamet. Gli esperti dello IAS-CNR di Oristano e del CReS, il Centro di recupero del Sinis, hanno allertato i biologi dell’Institut National des Sciences et Technologies de la Mer, che gestiscono il Centro di Recupero della fauna marina di Monastir, nel Paese nordafricano, quando il dispositivo satellitare, di cui era dotato l’esemplare, aveva ripreso a trasmettere dopo una decina di giorni di silenzio assoluto.

Su richiesta del team di ricercatori sardi, dunque, la responsabile del Centro tunisino ha raggiunto il luogo dello spiaggiamento e prelevato la carcassa dell’animale per sottoporla a necroscopia. «La rete dei Centri di recupero del Mediterraneo – ha detto il biologo dello IAS-CNR Andrea Camedda – si è dimostrata molto utile. La responsabile del Centro di Monastir che abbiamo contattato nell’occasione, l’abbiamo conosciuta nel corso dei progetti europei. Oltre alla rete regionale, dunque, funziona anche quella del Mediterraneo. Il fatto che la tartaruga sia stata recuperata ancora fresca permetterà di eseguire la necroscopia».

Ora gli esperti analizzeranno nel dettaglio tutti i dati forniti dalla biologa Olfa Chaieb e dalla veterinaria Kaouthar Maataouk per determinare le cause del decesso della tartaruga.

«I progetti europei cui abbiamo partecipato ci hanno dato la possibilità di conoscere i colleghi di altre realtà – ha spiegato il biologo marino Andrea De Lucia –, avere il contatto con la responsabile del Centro di recupero di Monastir è stato fondamentale. Oltre all’animale, siamo riusciti a recuperare anche il sistema satellitare, elemento molto importante. Ora valuteremo se ce lo spediranno qui in Sardegna o sarà installato su un esemplare attualmente ricoverato nel Centro tunisino e prossimo alla liberazione da parte degli stessi ricercatori sardi».

Dai primi riscontri Azzurra potrebbe essere rimasta impigliata in una rete da pesca. Dopo il rilascio nel Sinis, si era diretta verso Sud, costeggiando l’Africa settentrionale, per risalire poi verso la Sicilia e proseguire la discesa verso il golfo di Hammamet.

Paolo Camedda

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