La Nuova Sardegna

Oristano

Mogorella, Marina scoprì gli abusi: ecco il movente del delitto

di Enrico Carta e Paolo Camedda
Antonino Demelas (nella foto con gli occhiali scuri) è finito in cella
Antonino Demelas (nella foto con gli occhiali scuri) è finito in cella

In cella per pedofilia Antonino Demelas già indagato per l’omicidio della 60enne. Gli inquirenti collegano questo caso alla sparizione della donna di Cabras

02 aprile 2022
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MOGORELLA.  Ora c’è anche un movente. È più di una congettura, è una pista investigativa che rafforza i sospetti, anche se non può essere decisiva. Per risolvere il giallo della scomparsa della sessantenne di Cabras, Marina Castangia, manca infatti un dettaglio non da poco: il corpo. Gli inquirenti non credono che la donna sia viva, ancor meno lo credono dopo la svolta nelle indagini che ha portato in carcere Antonino Demelas, il cuoco di 69 anni di Mogorella, che con Marina Castangia aveva una relazione e con la quale conviveva sino al momento in cui è svanita nel nulla.

Non è stato arrestato per omicidio, sebbene per omicidio sia indagato da quasi un anno. È finito dietro le sbarre per un altro reato: i presunti abusi su una bambina. È proprio a questo punto che le due indagini – quella della scomparsa e quella delle violenze sessuali sulla minorenne – si intrecciano. Grazie alla seconda inchiesta, si rafforza infatti l’ipotesi che Marina Castangia avesse scoperto o, per lo meno, sospettasse qualcosa sugli abusi che il compagno potrebbe aver perpetrato ai danni della figlia di una famiglia con cui la coppia si frequentava spesso.

È, per il procuratore Armando Mammone e per i carabinieri, il movente che l’avrebbe spinto a uccidere la donna di Cabras e poi a farla sparire nel nulla, confidando nel fatto che per qualche tempo nessuno l’avrebbe cercata. Non è una novità assoluta, non è una svolta improvvisa, perché a mettere sulla strada giusta gli inquirenti ci aveva pensato Antonio Castangia, fratello di Marina. Quando i figli della donna ne denunciarono la scomparsa, quasi due mesi dopo che non dava più notizie di sé, rivelò subito un particolare: il 15 febbraio del 2021 era stato proprio a casa di Antonino Demelas e quel giorno aveva sentito i due litigare.

Durante l’interrogatorio aveva riferito del motivo di quella discussione alquanto animata, indicando così il movente del possibile omicidio.
Era il 15 febbraio 2021, quando Antonio Castangia, ospite a Mogorella, sentì la sorella che urla contro il compagno al quale rinfaccia le attenzioni particolari verso la bambina. Il giorno dopo, Antonio Castangia lasciò la casa di Mogorella, ma non fu l’ultima volta in cui vide Marina Castangia, perché quest’ultima si recò a Cabras a portare dei vestiti. Poi solo il silenzio, rotto dalla denuncia e dalle indagini sulle quali aleggia come un’ombra la figura di Marina Castangia, l’unica che manca per chiudere il cerchio che, senza il corpo o senza un’altra prova decisiva, non può che restare aperto.

Intanto però si sono chiuse le porte del carcere alle spalle di Antonino Demelas che, assistito dall’avvocato Mario Gusi – per il caso dell’omicidio è assistito dall’avvocatessa Monica Masia –, ha sostenuto l’interrogatorio di garanzia di fronte alla giudice Federica Fulgheri, durante il quale si è avvalso della facoltà di non rispondere. Poco di più trapela su questa storia di abusi, per ora solo presunti, ma su cui pesa come un macigno l’ordinanza di custodia cautelare. È in quelle pagine che si capisce che la procura, mentre indagava per la scomparsa, ha tenuto viva l’inchiesta nata dalle indicazioni di Antonio Castangia.

C’è voluto qualche mese, ci sono voluti approfondimenti e indagini molto attente, ma alla fine il riscontro è arrivato. Ora resta il problema non di poco conto di tenere la bambina al di fuori, quanto più possibile, dalla vicenda giudiziaria. C’è una giovane vita da proteggere, una giovane vita attorno a cui sollevare quel muro che Antonino Demelas avrebbe buttato giù in passato.

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