Oristano, al processo la madre chiede scusa al figlio gay e lui rimette la querela
Accusata di stalking gli scrive e poi ammette l’errore in tribunale
ARBOREA. Una lettera di scuse, la remissione di querela e poi finalmente il ghiaccio che inizia a sciogliersi e fa intravedere uno scorcio di primavera dopo sei anni di inverno. Il fiore della pace comincia a sbocciare in tribunale, ma manca del tempo perché i petali si colorino. La vicenda giudiziaria continuerà, senza però il reato di stalking. L’ottantenne Margherita Arfeli sarà ancora a processo, ma solamente per lesioni semplici per aver colpito il figlio Paolo Pinos con un bastone. Non sarà più giudicata per averlo perseguitato per anni perché non accettava la sua omosessualità e non accettava che, dopo aver avuto un matrimonio e due figli, avesse deciso di intraprendere una nuova vita sentimentale con un altro uomo. Il disgelo è iniziato una settimana fa, quando due lettere sono state spedite all’avvocatessa Romina Marongiu. A far da tramite c’è l’avvocato Gesuino Loi che assiste la madre e l’altro figlio Marco, a sua volta imputato. O meglio, lo era sino a ieri, perché la remissione di querela riguarda anche lui. Davanti alla giudice Serena Corrias e al pubblico ministero Daniela Caddeo, Paolo Pinos ha comunicato la volontà di rimettere quella querela che aveva portato a processo sia la mamma che il fratello.
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