La Nuova Sardegna

Oristano

Paulilatino, un po’ di galoppo e scatta la denuncia per otto cavalieri

di Enrico Carta
Paulilatino, un po’ di galoppo e scatta la denuncia per otto cavalieri

Sono accusati di non aver rispettato le prescrizioni in vigore per la processione di San Costantino imperatore

13 giugno 2022
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PAULILATINO. Una preghiera, una sgroppata e otto denunce. La processione del 5 settembre dello scorso anno, in onore di San Costantino e con una storia più che secolare, ha una coda in tribunale, dove finiscono alcuni dei cavalieri che precedevano il corteo a piedi nel giorno della ricorrenza. Sul loro comportamento durante la manifestazione religiosa indaga infatti il pubblico ministero Armando Mammone che ha raccolto le segnalazioni inviate dai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Ghilarza.

Manco a dirlo, in questa storia c’entra la famosa Ordinanza Martini che, da oltre un quindicennio, regola tutte le manifestazioni pubbliche in cui sono presenti animali. È la stessa che ritorna puntualmente alla ribalta a ogni edizione della Sartiglia o dell’Ardia di Sedilo, manifestazioni ben più affollate, partecipate e conosciute della pur sentita processione di San Costantino a Paulilatino. Qui, secondo gli inquirenti, non sarebbero stati rispettate proprio le sue prescrizioni e, in più, gli otto cavalieri sotto inchiesta si sarebbero resi protagonisti di altri due tipi di reato: l’omessa custodia e malgoverno di animali e l’inosservanza dei provvedimenti di polizia. Sul registro degli indagati sono finiti Francesco Oppo (27 anni), Angelo Sanna (29 anni), Alessandro Ponti (27 anni), Serafino Muscas (42 anni), Sasha Oppo (26 anni), Salvatore Piras (38 anni), Stefano Madau (23 anni) e Alessandro Floris (39 anni).

La processione di San Costantino Imperatore parte dalla chiesa di San Teodoro, poi prosegue in via Nazionale e, dopo un percorso all’interno di alcune strade del centro storico, ritorna al punto di partenza. Così si svolge da decenni. È però nel cuore delle norme che bisogna addentrarsi per capire cosa stia accadendo e perché il caso sia finito in tribunale. Secondo quanto stabilito prima dello svolgimento della processione – quella a piedi è anticipata proprio dal corteo dei cavalieri –, i cavalli avrebbero dovuto tenere un’andatura al passo o al trotto. Al semaforo di via Nazionale, per una quarantina di metri, alcuni animali avrebbero invece iniziato una fase di galoppo interrotta dopo qualche secondo. A testimoniarlo ci sono anche dei filmati fatti coi telefonini da alcuni spettatori, sui quali però le interpretazioni sono divergenti. Alle contestazioni mosse agli otto indagati, fa infatti da contraltare la richiesta di archiviazione presentata, assieme a una serie di memorie difensive, dall’avvocato Gennaro Di Michele che tutela i cavalieri. La difesa ritiene infatti che quanto descritto dai carabinieri nella denuncia non sia una corretta ricostruzione di quei secondi “incriminati”. Intanto viene segnalata la presenza degli agenti di polizia locale, accompagnati dal sindaco Domenico Gallus, e di numerose forze di polizia sia della questura che degli stessi carabinieri, che non segnalarono alcuna anomalia nei loro rapporti successivi alla manifestazione. Il secondo aspetto su cui si pone l’accento è che il leggero galoppo durò pochissimi secondi e fu autorizzato dal sindaco per via dell’agitazione che si stava creando tra gli animali di fronte alla folla festante e non certo silenziosa. Come andrà a finire, lo si scoprirà man mano che il procedimento compirà i suoi passi.

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