Troppi cervi a Laconi: «non abbatteteli semmai trasferiteli»
A chiederlo sono gli oltre 70 mila firmatari della petizione online lanciata due mesi fa dal Gruppo di Intervento giuridico
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LACONI. «Non abbattete i cervi sardi. Se davvero sono troppi e creano problemi, trasferiteli in altre aree dell’isola o in Corsica». A chiederlo sono gli oltre 70 mila firmatari della petizione online lanciata due mesi fa dal Gruppo di Intervento giuridico dopo che l’assessore regionale all’Ambiente, Gianni Lampis aveva annunciato il prossimo avvio di piani di abbattimento del Cervo sardo, che ormai provocherebbero «problemi di tipo sociale, economico e anche di ordine pubblico».
C’è anche Laconi , tra le località dove, soprattutto gli agricoltori, lamentano una eccessiva presenza di cervi che, reintrodotti nel 1998, si sono moltiplicati e ora, cercano cibo nei campi coltivati causando danni alle colture. Era stato il sindaco del centro del Sarcidano, Salvatore Argiolas, a chiedere, alla fine dello scorso ottobre, l’intervento dell’ Ufficio Gestione faunistica e oasi della Provincia e dell’assessorato alla Difesa dell’ambiente. «Chiediamo di valutare un abbattimento selettivo nonché la disponibilità di maggiori risorse da destinare agli opportuni indennizzi nei confronti dei cittadini danneggiati», aveva scritto il primo cittadino segnalando a La Nuova, come i cervi, riusciti ad uscire dai recinti delle zone di ripopolamento, si spostino in tutto il territorio. La loro presenza è stata infatti segnalata negli spazi urbani più frequentati del paese, all’interno del Parco Aymerich, all’interno delle proprietà private, nei giardini delle case all’interno del centro abitato. Secondo Argiolas, inoltre, sarebbero stati segnalati diversi incidenti automobilistici provocati dagli animali . Argiolas aveva chiesto un abbattimento controllatro e la risposta dell’assessore regionale era stata affermativa. Stefano Deliperi, presidente del Gruppo di Intervento giuridico, definisce «assurda» l’intenzione di riaprire la caccia ai cervi. «In questi giorni la petizione viene inviata, corredata dalle adesioni finora pervenute, al ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, all’assessore regionale della Difesa dell’ambiente Gianni Lampis e al Presidente dell’Ispra Stefano Laporta», scrive Deliperi. Intanto l’Ispra ha già fatto sapere di non aver espresso pareri sui piani di controllo del cervo sardo. (m.c.)
C’è anche Laconi , tra le località dove, soprattutto gli agricoltori, lamentano una eccessiva presenza di cervi che, reintrodotti nel 1998, si sono moltiplicati e ora, cercano cibo nei campi coltivati causando danni alle colture. Era stato il sindaco del centro del Sarcidano, Salvatore Argiolas, a chiedere, alla fine dello scorso ottobre, l’intervento dell’ Ufficio Gestione faunistica e oasi della Provincia e dell’assessorato alla Difesa dell’ambiente. «Chiediamo di valutare un abbattimento selettivo nonché la disponibilità di maggiori risorse da destinare agli opportuni indennizzi nei confronti dei cittadini danneggiati», aveva scritto il primo cittadino segnalando a La Nuova, come i cervi, riusciti ad uscire dai recinti delle zone di ripopolamento, si spostino in tutto il territorio. La loro presenza è stata infatti segnalata negli spazi urbani più frequentati del paese, all’interno del Parco Aymerich, all’interno delle proprietà private, nei giardini delle case all’interno del centro abitato. Secondo Argiolas, inoltre, sarebbero stati segnalati diversi incidenti automobilistici provocati dagli animali . Argiolas aveva chiesto un abbattimento controllatro e la risposta dell’assessore regionale era stata affermativa. Stefano Deliperi, presidente del Gruppo di Intervento giuridico, definisce «assurda» l’intenzione di riaprire la caccia ai cervi. «In questi giorni la petizione viene inviata, corredata dalle adesioni finora pervenute, al ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, all’assessore regionale della Difesa dell’ambiente Gianni Lampis e al Presidente dell’Ispra Stefano Laporta», scrive Deliperi. Intanto l’Ispra ha già fatto sapere di non aver espresso pareri sui piani di controllo del cervo sardo. (m.c.)