I pini del lungomare di Torregrande diventano un museo a cielo aperto
L'artista Salvatore Garau prova a salvarli
Oristano È una provocazione artistica e politica. La portano avanti Salvatore Garau e il comitato contro il taglio dei pini di Torregrande. Da ieri, 37 alberi del lungomare dedicato alla giudicessa Eleonora, sono stati numerati e dotati di una targhetta firmata da Garau e di un titolo: “Esisto, non chiedetemi altro”, “Fighetto”, “Stempiato con gusto”, “Vivaldi”, “Ho un ramo danzante nascosto”: sono solo alcuni dei nomi dati alle piante trasformate in creazioni artistiche. «Erano già opere della natura, ora sono a tutti gli effetti opere d’arte contemporanea. Uno può crederci o no, ma non importa se quest’azione viene compresa, condivisa o per niente accettata. L’importante è che a deciderlo sia un artista, che in questa epoca di decadimento culturale ha il compito di fare e muoversi dentro i problemi».
Il curriculum a Garau non manca: porta la sua firma l’Anguilla di Marte, nella piazza del municipio di Santa Giusta, e dalla sua ha una carriera decennale con esposizioni nei principali musei e gallerie d’Europa. Tanto meno gli manca la vena provocatoria, che nel 2021 gli ha regalato interviste e il riconoscimento del mercato, con le opere d’arte immateriali “Afrodite Piange” davanti a Wall Street e poi “Io sono” e “Davanti a te”, battute all’asta rispettivamente per 14mila e 27mila euro.
Quello dell’opera immateriale e inesistente è un tema ripreso ora sul lungomare di Torregrande, con l’albero 19 chiamato “Sono immenso, eppure non mi vedete”. Il pino infatti non c’è. C’è solo un cartello infisso in un’aiuola: una sorta di assaggio, nelle intenzioni dell’artista, di cosa potrebbe diventare il lungomare se gli alberi venissero tagliati, come in parte previsto dal piano da 5 milioni e mezzo di riqualificazione della passeggiata, giunto alle battute finali della progettazione. «Penso sia il primo lungomare al mondo a diventare un museo: il MACCAB, Museo di Arte Contemporanea a Cielo Aperto dedicato ai Bambini» spiega Garau.
Nelle prossime settimane le targhette, legate intorno al tronco, saranno apposte su altri tredici alberi e dovrebbero essere installate opere realizzate da quaranta artisti internazionali. Garau spiega che gli alberi si possono salvare: «Le radici che danneggiano le case ci sono, ma sono radici di indagine. Possono essere tagliate e l’albero può essere isolato con una rete. Una delle nostre richieste è che i danni subiti dai residenti siano risarciti».
L’artista è ottimista: «Ho grande fiducia nel fatto che il sindaco Massimiliano Sanna sposerà questa idea e farà le dovute correzioni al progetto di rifacimento del lungomare. Ha firmato un patto con i residenti in cui si impegnava a fare di tutto per salvare i pini». Il Comune dovrà fare i conti anche con una prescrizione dell’Ufficio paesaggio della Regione che impone di tagliare solo i pini malati o pericolanti. Il progetto è quasi allo stadio esecutivo e qualsiasi modifica potrebbe allungare i tempi, mentre l’amministrazione vorrebbe far partire il cantiere in autunno.