La Nuova Sardegna

Oristano

Per una cavalcata di troppo

Paulilatino, armi sequestrate senza diritto


	La sede del Tar Sardegna
La sede del Tar Sardegna

Il Tar revoca il provvedimento del Questore di Oristano

30 agosto 2023
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Paulilatino Nessuna pericolosità sociale dei cavalieri, nessun reato e soprattutto nessun provvedimento in seguito doveva essere adottato. Hanno vinto su tutta la linea i cavalieri che si erano ritrovati sequestrate le armi da caccia dopo la cavalcata “impropria” di due anni fa per la processione di San Costantino. Adesso i giudici del Tar Sardegna, presidente Marco Buricelli, consigliere Tito Aru estensore Oscar Marongiu hanno dato ragione a uno degli otto cavalieri – incriminati e poi prosciolti in sede penale – hanno dato ragione al ricorrente contro la Questura di Oristano, che lo aveva considerato un soggetto pericoloso.

A settembre del 2021, regole anticovid in vigore, era stato autorizzato solo un passaggio a trotto dei cavalieri e non la galoppata che invece era stata poi fatta in via Nazionale, pur chiusa al traffico. Rapporto dei carabinieri, indagini della Digos di Oristano e indagine per “inosservanza dei provvedimenti dell’autorità”. L’inchiesta era stata archiviata, ma il questore aveva dichiarato la “pericolosità sociale” dei cavalieri e revocato il porto d’armi. Uno di questi aveva fatto ricorso e difeso dai legali Marco Pisano e Gennaro di Michele ha vinto su tutta la linea.

Il Tar ha dichiarato infondato il provvedimento e l’ha annullato. Per i giudici amministrativi «il giudizio di inaffidabilità del ricorrente risulta formulato senza adeguata istruttoria e motivazione, in quanto l’amministrazione non ha considerato che la mera circostanza che il ricorrente abbia cavalcato al galoppo per qualche decina di metri, davanti alla processione e in una strada interdetta al traffico (quindi senza effettivamente creare condizioni di pericolo per le persone, di cui infatti non è dato riscontrare comprova alcuna negli atti di causa), non può che ritenersi priva di qualsiasi connotazione di pericolosità sociale idonea ad incidere sulla affidabilità del ricorrente circa l’uso delle armi».

Il ricorrente, guardia particolare giurata alle dipendenze della Coop. Vigilanza la Nuorese aveva ricordato che durante la breve galoppata «nessun illecito era stato contestato ad alcuno dei cavalieri in processione.  Eppure i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Ghilarza (non presenti ai fatti), solo il 13 ottobre 2021 depositavano una informativa di reato ai danni di alcuni cavalieri, tra i quali lo stesso ricorrente, per aver partecipato alla manifestazione equestre non ottemperando a quanto disposto dall’Ordinanza del Ministero della Salute del 21.7.2009».

Al ricorrente era stato imputato di «di aver condotto la propria cavalcatura ad un passo leggermente più veloce di quello consentito dalle prescrizioni predisposte dall’Autorità, ma l’interessato, a suo dire, si sarebbe limitato ad obbedire alle prescrizioni del Sindaco, massima Autorità presente in loco; si tratterebbe, inoltre, di un fatto di lieve entità, insuscettibile di incidere sul giudizio di affidabilità del ricorrente».

I giudici del Tar ricordano che «il porto d’armi è per il ricorrente essenziale ai fini dello svolgimento della propria attività lavorativa, con la conseguenza che il suo ritiro ha effetti pregiudizievoli su di essa. Il Tar ricorda anche che «la valutazione di segno negativo in ordine al possesso del requisito di affidabilità deve collegarsi a fatti e circostanze che, per la loro gravità, la reiterazione nel tempo, l’idoneità a coinvolgere l’intera vita familiare, sociale e di relazione dell’interessato vengano a incidere su un piano di effettività sul grado di affidabilità». Non certo, insomma per una cavalcata fuori le righe.

Il ministero dell’Interno è stato anche condannato a pagare una ammenda di 2mila euro.

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