Oristano diventa una Città dell’olio
La giunta firma l’adesione all’associazione nazionale. Il passo consente una serie di azioni di tutela e promozione del patrimonio legato all’olivicoltura
Oristano L’Associazione italiana città dell’olio conta un nuovo ingresso. È quello di Oristano, secondo quanto deciso dalla giunta Sanna, su proposta dell’assessora alle Attività produttive, artigianali e aree mercatali Rossana Fozzi. La decisione arriva sulla base della particolare vocazione olivicola del territorio. «L’olivicoltura costituisce uno strumento importante per la tutela ambientale e paesaggistica, oltreché per lo sviluppo economico e turistico del territorio – precisa il sindaco Massimiliano Sanna –. Questa amministrazione è al fianco dei produttori per sostenere un comparto molto importante».
«Nell’aderire all’associazione ci impegniamo a promuoverne le finalità istituzionali – sottolinea l’assessora Rossana Fozzi –. In particolare interverremo per la maggior tutela e conoscenza della qualità dell'olio extra vergine di oliva italiano con particolare riferimento alla DOP (denominazione di origine protetta) e alla IGP (indicazione geografica protetta), e delle risorse ambientali, paesaggistiche, artistiche e storiche dei territori a particolare vocazione olivicola. Tra le finalità c’è anche la creazione delle condizioni per un’esposizione permanente degli oli di pregio, il coordinamento e l’organizzazione di manifestazioni promozionali, tecniche e culturali sugli oli, la realizzazione di opere divulgative, carte turistiche e ogni altro sussidio didattico volto alla conoscenza dei territori olivicoli italiani. Il Comune sarà inoltre in prima fila per stimolare la diffusione della civiltà dell’olio, anche attraverso raccolte museografiche e mostre permanenti della storia dell’olio, promuovere la cultura della dieta mediterranea, patrimonio culturale e immateriale dell’umanità Unesco nelle sue diverse implicazioni storiche, antropologiche e culturali e promuovere manifestazioni collettive per favorire lo scambio di esperienze e la reciproca conoscenza tra produttori e visitatori dei Paesi e Città dell'olio extra vergine di oliva».
Attraverso l’adesione all’Associazione italiana città dell’olio si possono creare importanti collaborazioni per poi sviluppare opportunità di crescita e valorizzazione del territorio. La prima collaborazione che il Comune mette in campo è quella con Slow food da sempre impegnata a tutelare e promuovere l'olivicoltura italiana di qualità. Con la Guida agli Extravergini, ha infatti istituito un progetto di tutela: il Presidio Slow Food degli Olivi Secolari, che promuove il valore ambientale, paesaggistico, salutistico ed economico degli oliveti antichi e raggruppa produttori che non adoperano fertilizzanti di sintesi e diserbanti chimici.
Nel territorio dell’Oristanese sono presenti ben sette Presidi Slow Food degli Olivi secolari, tutti olii extravergini che peraltro hanno ricevuto l’ambito premio Grande Olio Slow. Sono Treslizos, semidana e Donna Marisa Dop Sardegna di Antonella Anna Maria Orrù a Massama (Or); S’ARD, semidana di Franco Ledda a Oristano; Ollu, tonda di Cagliari, e Ollu, semidana di Rovelli a Oristano; Terre dei Giganti di Sinis Agricola Consorzio Terre dei Giganti a Cabras; Semidana di Tanca Barbarossa a Oristano.
«Slow Food Terre Oristanesi accoglie con entusiasmo l’iniziativa del Comune di Oristano e intende affiancarlo nella promozione di un turismo oleoenogastronomico che privilegia prodotti locali, stagionali e tradizionali all’insegna del moto “Buono, Pulito e Giusto” – evidenza Maria Elisabetta Casu, presidente di Slow Food Terre Oristanesi –. Il turismo oleo-enogastronomico è un nuovo modo di viaggiare che conquista un numero crescente di appassionati, alla ricerca di sapori, saperi e di tradizioni autentiche. È un turismo mirato all’esplorazione delle realtà produttive e gastronomiche di un determinato territorio: è una forma di turismo esperienziale e culturale».