Fabrizio Manca, un capocorsa “forestiero” guiderà la Sartiglia dei falegnami
Martedì 13 febbraio sarà il capocorsa per il gremio di San Giuseppe. Con lui i compagni di pariglia di una vita
Oristano Dal 1998 la composizione della pariglia non è mai cambiata: si sono trovati per caso, grazie a un cavallo da ferrare e a una conoscenza in comune. Era destino che si sarebbero incontrati e sono ancora insieme, uno a fianco all’altro. Ancor di più martedì 13 febbraio: ultimo tra i tre ad avere l’onore, Fabrizio Manca avrà i fidati compagni al suo fianco, per l’esperienza più significativa e importante cui un cavaliere della Sartiglia può aspirare: «Essere componidori è un’emozione che non si può descrivere, anche adesso che ho 55 anni. La prima volta che l’ho provata è stato per l’invito, ricevuto a fine ottobre dal presidente del Gremio dei falegnami, Gino Mugheddu. Per me era un evento inatteso ed è stato grandissimo. L’emozione si è rinnovata per la Candelora quando ho visto entrare il presidente e tutto il Gremio in casa».
Fabrizio Manca è di Tramatza ed è un particolare da non dimenticare, perché da decenni non si ricorda un “forestiero” alla guida della giostra. Esperto e di poche parole, per la Sartiglia sa trovare quelle giuste: «L’amore per la Sartiglia è immenso, cresce di anno in anno. Più ne fai, più ti sembra di sentire vivi quei valori che tramandi e che perpetui con la tua partecipazione. Si sedimentano, anche se, da quando ho iniziato a oggi, sono cambiate molte cose, prima di tutto noi che siamo cresciuti e con l’esperienza acquisiamo sempre più consapevolezza del valore storico della tradizione. È una responsabilità grande, ma anche una grandissima gioia».
Sembra lontano quell’esordio nel 1991. «Dovrebbero essere 33 edizioni, i conti e i ricordi ormai si accumulano, ma non mi scorderò mai l’emozione della prima volta – racconta il componidori dei Falegnami –. Non conoscevo nessuno, ero nuovo nell’ambiente e molto teso. Poi, nel 1998, mi sono ritrovato senza compagni e ho rischiato di non correre. Sarebbe stata una grande delusione, invece la sorte ha voluto che incontrassi i miei compagni di oggi».
Si sono scambiati il posto nel terzetto solo per affiancarsi nei ruoli reciproci di componidori e quella di quest’anno è la prima volta che uno di loro ha l’incarico dal gremio di San Giuseppe. Mentre Fabrizio Manca vestirà i panni del capocorsa con i nastri rosa e celeste, nel 2015 l’onore era toccato a Corrado Massidda per il gremio dei Contadini, come accaduto poi nel 2020 a Ignazio Lombardi, chiamato sempre a indossare cilindro e camelia coi nastri bianco e rossi di San Giovanni. Pur facendo parte di una pariglia capace di numeri di alta scuola, Fabrizio Manca quest’anno avrà ben altri compiti che una grande evoluzione: «Ancora ce la caviamo e possiamo eseguire un bel centrale girato, anche se non scorderò mai la verticale volante eseguita in via Mazzini. Ora però largo ai giovani». Per Fabrizio Manca, essere Componidori è l’apice di una missione, quella del cavaliere della Sartiglia: «A chi è all’esordio o a chi ha iniziato da poco auguro davvero di prendere il testimone con serietà e consapevolezza, è una delle manifestazioni storiche più importanti, non solo per la Sardegna. Il suo valore non va mai sottovalutato e men che meno perso».