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Eolico, ripartono le proteste nel Montiferru contro i progetti di insediamento di impianti

di Piero Marongiu

	impianti eolici
impianti eolici

Sabato una nuova assemblea a Seneghe

11 marzo 2024
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Seneghe A distanza di pochi anni dall’abbandono del progetto su Cuglieri per la produzione dell’energia col metodo geotermico, presentato allora da Exergia Toscana alla Regione e contrastato con forza dalle popolazioni dei Comuni sui quali ricadeva il tentativo di insediamento, questa volta le imprese legate al mondo dell’energia ci provano con l’eolico. Una vasta area del Montiferru tra i territori di Seneghe e Narbolia ha stimolato gli appetiti della Sorgenia Renewables, un’impresa per la produzione energetica con sede legale a Milano, capitale sociale di 10mila euro e utili per oltre 2 milioni 700mila euro nel 2022, che ha visto nell’utilizzo del vento una fonte di guadagno facile derivante dalla produzione di energia verde. Ancora una volta i cittadini, che si erano costituiti in comitati, hanno scelto la strada della mobilitazione convinti più che mai che i loro territori debbano essere sottratti a investimenti simili. In questo caso Sorgenia Renewables vorrebbe installare nove aerogeneratori ciascuno di 210 metri di altezza, comprendendo il rotore e le eliche. Per questo, sabato prossimo, alle 16.30, nel salone della scuola dell’infanzia in via Deffenu, si terrà una tavola rotonda, a cui seguirà un dibattito, per parlare proprio degli svariati progetti di questo tipo che interessano l’isola e il Montiferru in particolare, e per soffermarsi sui rischi che per il comitato incombono sul territorio nel caso in cui si arrivasse all’installazione di torri così impattanti per un ambiente ricco di avifauna, già duramente provato dagli incendi estivi. I siti interessati sono quelli di Su Pranu, Funtana Meurru, Mesu ’e Roccas, Mollosu, Castigau, Ampuditta, Palas de sos battos e Monte Entu nel territorio comunale di Seneghe; quelli di Su Pranu Iscobas e Pre Costolu nelle campagne di Narbolia.

Vincenza Pala, portavoce del Comitato per la tutela del Montiferru, specifica: «I comitati non sono contrari alla transizione energetica, ma lottano contro la grande speculazione in atto, che ha trovato porte spalancate in Sardegna e in diverse regioni del sud Italia grazie a decreti che consentono, con l’espressione di pubblica utilità, il furto legalizzato delle nostre terre». Il posizionamento delle sole torri, alte 125 metri, richiede un basamento di cemento armato, profondo almeno tre metri, del diametro di 25 metri. Inoltre, per portare i materiali nei siti interessati, sarà necessario modificare la viabilità abbattendo parte dei muretti a secco e devastando intere aree di pregio ambientale. Una volta in funzione la rumorosità dei generatori, la cui vita utile è stimata tra i 25 e i 30 anni, creerà problemi alla presenza della fauna endemica e a eventuali attività imprenditoriali e turistiche. Da più parti viene sollecitata una moratoria dei progetti in essere, così da individuare siti più idonei, concordando le scelte con le popolazioni e le istituzioni locali. Sabato, a Seneghe, interverranno Marco Pau e Antonio Muscas del coordinamento regionale contro la speculazione energetica, Augusto Pintus del Comitato Tutela del Montiferru, Graziano Bullegas per Italia Nostra Sardegna e Maurizio Onnis, sindaco di Villanovaforru. In Sardegna, fino allo scorso 31 dicembre, erano state presentate 756 richieste per l’installazione di parchi eolici, a terra e in mare, e fotovoltaici per oltre 50 gigawatt, una quantità che, è un altro dei punti contestati, non porterà alcun beneficio in termini di risparmio energetico per la popolazione sarda.

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