La Nuova Sardegna

Oristano

Tribunale

Novantenne a processo: affittava i suoi appartamenti a signorine compiacenti a Oristano

di Enrico Carta

	Il palazzo di Giustizia di Oristano
Il palazzo di Giustizia di Oristano

Per lui il pm ha chiesto 4 anni di reclusione

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Oristano Otto case la cui proprietà era divisa tra l’imputato, sua moglie e i figli. A gestire il via vai di inquilini, secondo il pubblico ministero Paolo De Falco, sarebbe stata però una persona sola, l’89enne Giovannino Sanna, che in aula, prima che l’accusa chiedesse la condanna per favoreggiamento della prostituzione, ha respinto le accusa.

Fornendo dichiarazioni spontanee al collegio del tribunale – presidente Carla Altieri, giudici a latere Marco Mascia e Cristiana Argiolas – ha spiegato che facevano tutto le agenzie: «Mi mandavano gli inquilini, io regolarmente denunciavo la presenza degli ospiti alla questura. Facevo contratti regolari e registrati, non conoscevo gli inquilini». Sono parole che il pubblico ministero ha confutato nella requisitoria arrivando a chiedere la pena di quattro anni, sostenendo che Giovannino Sanna gestiva tutta l’attività di locazione degli appartamenti di via Lanusei, via Aristana e via Vinea Regum.

È poi andato oltre sostenendo che l’imputato non era un anziano all’oscuro di quel che vi accadeva all’interno. Su siti e giornali gli annunci fioccavano e non lasciavano spazio al dubbio su ciò che facessero ragazze, donne mature e transessuali. Il tipo di annunci pubblicati era spesso esplicito, in altri casi ci hanno pensato i clienti interrogati dai carabinieri che svolsero l’operazione a confermare il motivo per cui si recavano in quelle case.

Poi c’erano i vicini assai infastiditi per il continuo via vai e per rumori particolari in orari non consoni. Infine ci sono le intercettazioni, quelle che il pubblico ministero ritiene la prova madre, perché da esse si evince che l’imputato fosse perfettamente a conoscenza di quel che avveniva dentro quelle stanze spoglie, arredate spesso solamente con un letto e dei separè.

È da alcuni dialoghi che si capirebbe che Giovannino Sanna sia stato, dal 2015 al 2018, perfettamente consapevole dell’attività che si svolgeva all’interno delle sue case. I riferimenti espliciti all’attività di prostituzione, spesso senza usare questo termine, sarebbero stati frequenti come quando si ammetteva che la zona era ormai «compromessa», probabilmente perché le forze dell’ordine ci avevano dato più di uno sguardo. O come quando, alla richiesta di riparare lo spinotto della tv, rispose che era un lavoro che qualcuno dei clienti delle inquiline avrebbe potuto eseguire. Poi c’erano addirittura rimproveri come: «Deve esserci silenzio per tutti, altrimenti arrivano polizia e carabinieri e chiudiamo». E ancora si faceva riferimento a dei pagamenti in ritardo o mai avvenuti «perché non sto lavorando», con il proprietario che replica: «Non è vero, lavorate tutte».

Insomma, Giovannino Sanna avrebbe saputo e per questo, secondo l’accusa, merita quattro anni. Se andrà davvero così lo si capirà nell’udienza conclusiva del 18 giugno, quando ci sarà spazio per le repliche delle controparti. Intanto la difesa, affidata all’avvocato Roberto Delitala, ha dato una ricostruzione della vicenda assolutamente opposta a quella dell’accusa, ribadendo a più riprese che l’imputato non fosse minimamente a conoscenza di quanto avvenisse all’interno dei suoi appartamenti perché spessissimo questi venivano subaffittati. E, aspetto da non sottovalutare, proprio chi aveva preso in affitto la casa e poi l’aveva cedeva alle signore e alle persone transessuali è stato assolto dal tribunale di Oristano con una sentenza del luglio 2020 in una tranche diversa di questo stesso procedimento. «Se sono innocenti loro – ha affermato l’avvocato Roberto Delitala – Giovannino Sanna lo è di più». Lo sarebbe perché non usava internet e quindi non era a conoscenza del fatto che ci fossero gli annunci online; lo sarebbe perché nelle tante conversazioni intercettate si parlerebbe per lo più di riparazioni da effettuare all’interno degli appartamenti.

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