Le nuove piazze senza alberi, Oristano è sempre meno verde
Le piante eliminate durante i lavori pubblici sostituite in minima parte. Interpellanza del consigliere Marcoli: «Subito attivo il piano urbano». Gli esempi del Foro boario, di Torregrande e di piazza Mariano
Oristano Fa caldo, sempre più caldo. Serve più verde, sempre più verde, ma Oristano va in controtendenza. Qualche anno fa, ci fu un’ampia opera di piantumazione, ora con i cantieri che si moltiplicano, si assiste a una sorta di desertificazione cittadina. Gli alberi spariscono un po’ ovunque nonostante le pesanti mutazioni climatiche suggeriscano il contrario per tenere a bada l’innalzamento della temperatura e l’inquinamento. La prima a pagare questa tendenza fu piazza Roma a inizio degli anni 2000. Tutti gli alberi che si trovavano nella zona della torre sparirono e solo in minima parte vennero sostituiti da alcune palme che tutto fanno fuorché ombra. Succede allora che da maggio a ottobre non c’è un filo d’ombra per tante ore e che piazza Roma diventa impraticabile – ci pensa giusto qualche gazebo dei bar a sostituirsi alle piante –.
Ora però, uno dietro l’altro, i cantieri in corso d’opera si stanno portando via gli alberi e l’ombra. Dalla piazza della stazione, ripensata circa due anni fa, sono praticamente tutti spariti. A quel lavoro pubblico ne sono poi seguiti altri e in quest’ultimo periodo tre in particolare hanno creato dubbi e perplessità. Sono quelli del Foro Boario, in piazza Pintus, legati al programma di riqualificazione della periferia Oristano Est. Il secondo è quello del lungomare di Torregrande, da dove sono spariti tantissimi pini. Il terzo è quello appena partito in piazza Mariano, dove tutti gli alberi sono stati sradicati, anche perché lesionati o malati.
In tutti questi casi i vari progetti prevedono che avvenga una sostituzione delle piante, ma il passato preoccupa perché non è fatto di esempi virtuosi. Il caso finisce quindi al centro di un’interpellanza del centro sinistra, che vede come primo firmatario il consigliere Umberto Marcoli (Alternativa sarda Progetto Sardegna) che coinvolge diversi assessorati. Sono chiamati in causa quelli all’Ambiente, ai Lavori pubblici e all’Urbanistica, guidati da Maria Bonaria Zedda, Simone Prevete e Ivano Cuccu. «Il problema infatti non si esaurisce con la sola questione degli alberi rimossi e non sostituiti – precisa Umberto Marcoli –, ma va visto in una più ampia gestione del patrimonio verde della città che ha implicazioni con la vivibilità della stessa. I tre casi citati sono esplicativi. Al Foro Boario non è prevista la sostituzione dei carrubi eliminati. Ci saranno solo delle aiuole, sarà l’ennesimo spazio senza ombra e quindi poco frequentabile nei mesi caldi. Per piazza Mariano, avevamo già fatto notare che la sostituzione delle vecchie piante è prevista solo su un lato, mentre il resto della piazza ne è privo. A Torregrande bisognava invece intervenire con uno studio preliminare sui pini da abbattere e su quali mantenere in piedi. È stata fatta questa verifica?».
I problemi non sono finiti qui. Se è vero che le piante eliminate verranno sostituite con altre ad alto fusto, bisogna pur valutare dei tempi lunghi perché i nuovi alberi sviluppino le altezze necessarie per ombreggiare e ossigenare le piazze. «E poi, fatto non certo secondario, manca ancora il Piano comunale del verde pubblico, tanto che, come sta avvenendo in quasi tutta la Sardegna, molti lecci si sono ammalati e stanno morendo senza che si sia provato ad agire per fermare l’agente patogeno che li sta decimando». Da ultimo c’è la questione della realizzazione di nuovi parchi. Sarebbero dovuti nascere nell’ambito di una serie di progetti e affiancati alla realizzazione di lavori pubblici, invece, per restare in tema, di nuovi parchi non si vede manco l’ombra.