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L’anniversario

La diga Santa Chiara compie 100 anni, Ula Tirso celebra quel prodigio di ingegneria


	Uno scorcio della vecchia diga Santa Chiara
Uno scorcio della vecchia diga Santa Chiara

Progettata dagli ingegneri Omodeo e Kambo, la sua costruzione terminò un secolo fa. Fu un’opera avveniristica a livello mondiale

20 aprile 2024
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Ula Tirso Compie un secolo la diga del Tirso. Per celebrare il centennale, il Comune ha organizzato due giorni di eventi e convegni che avranno un seguito, a Cagliari, tra giugno e agosto, quando nella stazione ferroviaria di piazza Matteotti, si potrà visitare un’interessante mostra che racconta le diverse fasi della costruzione della diga Santa Chiara fra il 1918 e il 1924. Intanto però il centennale del completamento della vecchia diga del Tirso sarà celebrato domenica 28 a Santa Chiara. Il 27, invece ci sarà un convegno di storici sul suo costruttore, l’ingegnere Angelo Omodeo, che progettò quel prodigio di ingegneria assieme al collega Luigi Kambo.

Il sindaco Danilo Cossu ha invitato le maggiori autorità politiche sarde, i sindaci isolani, la giunta regionale e altre autorità istituzionali, convocandoli davanti alla vecchia diga domenica 28 aprile alle 11. Sarà una giornata speciale perché c’è la coincidenza tra i festeggiamenti per Sa Die de sa Sardigna con i cento anni esatti della conclusione dei lavori dello sbarramento progettato per impulso dei governi social riformisti, e che toccò al re Vittorio Emanuela III inaugurare.

«Per molti ha inizio nei primi decenni del secolo e con quella grande opera la modernizzazione della Sardegna – scrive Danilo Cossu – con gli effetti che ha prodotto regolando le piene del Tirso, contribuendo alla sconfitta della malaria, all’irrigazione dei terreni del Campidano, con le bonifiche e la nascita di Arborea, e fornendo energia idroelettrica all’industria nascente e persino a quella mineraria». La manifestazione di domenica sulla vecchia diga, considerata un rudere destinato alla sommersione e che probabilmente non verrà sommersa – sarà preceduta sabato 27 alle 18 a Ula Tirso da un convegno con una lezione dello storico professor Carlo Lacaita su Angelo Omodeo al quale ha dedicato un libro uscito nel 2000, preceduta da due interventi di due giovani storici, Antonio Bonatesta dell’Università di Bari e Valeria Deplano dell’Università di Cagliari.

Scrive il sindaco Cossu: «La vecchia diga di Omodeo e Kambo per noi è un monumento di enorme valore storico, culturale, architettonico, tecnologico e paesaggistico, che vorremmo sottrarre all’abbandono: la rievocheremo con gli stessi storici Lacaita, Bonatesta e Deplano, con l’ingegnere dell’ufficio dighe del Ministero, Luigi Ghinami, senza tacere sui problemi che in qualche caso lo sbarramento, o meglio, i due sbarramenti – quello storico e la nuova diga – non hanno risolto e anzi hanno persino accentuato nel nostro territorio».

Gli abitanti di Ula Tirso raggiungeranno lo sbarramento di Santa Chiara nella località Cantinedda, lungo la strada che da Paulilatino porta a Ula Tirso all’altezza del bivio per Tadasuni a piedi dal paese, per il sentiero che sino a cento anni fa era la sola via d’accesso e la stessa che percorrevano braccianti e operai di Ula Tirso impegnati nella costruzione della diga, fra i 16mila complessivi che vi erano stati occupati, comprese donne e bambini, dal 1916 al 1924.

Nel libretto a cura dell’associazione Paesaggio Gramsci che organizza con il comune le iniziative – cominciate nel 2018 con l’amministrazione di Ovidio Loi – sono contenute immagini suggestive del cantiere, che saranno esposte con altre in una mostra fotografica nella stazione ferroviaria di Cagliari nei mesi dell’estate, una pagina di Bachisio Zizi tratta dal romanzo Il cammino spezzato, nella quale è descritta la giornata dell’inaugurazione, come se già da allora fossero presenti le grandi prospettive che la diga apriva, ma anche il presentimento degli squilibri che avrebbe accentuato a monte. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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