La Nuova Sardegna

Oristano

La denuncia

Truffa con lo spoofing, pensionato vittima anche dei silenzi di Poste Italiane

di Michela Cuccu
L’ufficio di Poste Italiane in via Mariano a Oristano
L’ufficio di Poste Italiane in via Mariano a Oristano

Da gennaio ha il conto bloccato

14 giugno 2024
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Oristano A gennaio un hacker gli svuotò il conto corrente che aveva aperto presso Poste Italiane. Da allora, Pietro Pinna, non può più eseguire pagamenti e prelievi online. Poste Italiane che dopo l’hackeraggio aveva bloccato il servizio al cliente, non lo ha mai più riattivato, nonostante le continue richieste del titolare del conto. Pietro Pinna, 73 anni, è un agente di commercio in pensione. Con le operazioni bancarie ha una certa dimestichezza dovuta alla sua precedente professione.

Eppure è rimasto vittima di quello che tecnicamente viene chiamato spoofing, ovvero il furto dell’identità bancaria. Quando Pinna scopre che il suo conto era stato prosciugato, si sentì cadere il mondo addosso. «Fu terribile. All’inizio non riuscivo a capacitarmi che fosse capitato proprio a me. Feci bloccare il conto e nel frattempo non fu certo facile andare avanti senza nemmeno un centesimo in attesa che mi accreditassero la pensione ». Inizia per lui un periodo a dir poco complicato. Dal momento del blocco del conto, non gli è più possibile utilizzare i servizi online. «Ogni operazione, che prima facevo attraverso il telefonino, ora mi è impedita. Devo utilizzare contanti per fare i miei acquisti, persino la ricarica del telefono la devo fare ad uno sportello e sono costretto a fare la fila per qualsiasi versamento, senza contare che in caso di bonifico, le commissioni sono molto più alte rispetto al servizio online». Pinna racconta di aver chiesto innumerevoli volte che gli venisse riattivato il conto online, trovando ogni volta un rimpallo di responsabilità da parte di funzionari e impiegati. «Ho persino chiamato il call center di Poste italiane per chiedere come fare. Mi è stato detto di andare all’ufficio presso il quale ho domiciliato il conto. Ma all’ufficio mi dicono che serve l’approvazione che però non arriva. Sono andato anche alla sede centrale e da lì mi hanno letteralmente rispedito nel vecchio ufficio dove non riesco nemmeno a parlare con il direttore: ogni volta che chiedo di essere ricevuto mi dicono che non c’è o è impegnato», racconta Giuseppe Pinna che spiega di aver rinunciato a rivolgersi ad un’associazione di consumatori: «Temo che una vertenza rischi di allungare ulteriormente i tempi».

Però non si arrende: «Chiedo solo che Poste rispetti il contratto. Basterebbe solo sostituire la password, ma lo devono fare loro. È davvero assurdo tanto ritardo per un’operazione che non è infrequente dato che tanti altri sono stati vittima di hackeraggio». Dopo il furto Pinna andò alla Polizia Postale per sporgere una querela contro ignoti. «Tutte le volte che chiedo informazioni sulla mia denuncia, mi dicono che non possono dirmi nulla perché la Procura della Repubblica non ha chiuso ancora le indagini. Non mi resta che sperare che individuino e processino chi mi ha svuotato il conto. Anche se non mi illudo di riavere i miei soldi», è l’amara conclusione del pensionato.

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