Due parchi dimenticati a Oristano, alberi secchi dopo pochi anni
I casi di via Su Componidori a Cuccur’e portu e dello spiazzo di fronte alla chiesa di San Paolo a Torangius. Resa inutile la spesa compiuta dal Comune nel 2019 per acquistare le piante e sistemare le aree: negli ultimi anni nessuno ha curato e innaffiato gli alberi e ora sono secchi
Oristano Dovevano essere due piccoli boschi urbani, delle aree verdi che oltre che migliorare la salubrità dell’aria avrebbero dato anche un tocco in più di decoro che non guasta mai. Le cartoline di via Su Componidori, nel quartiere di Cuccuru ’e portu, e dello spiazzo davanti alla chiesa di San Paolo nel quartiere di Torangius sono invece diventate il manifesto palese di ciò che il Comune non riesce a fare. A poco più di quattro anni dal momento in cui era stata messa a dimora, la maggior parte delle piante è ormai secca, mentre le due superfici giacciono in condizioni di quasi abbandono con qualche rifiuto che inizia a spuntare.
Era stato proprio per far sparire una discarica abusiva a cielo aperto che l’assessorato all’Ambiente guidato da Gianfranco Licheri aveva dato vita nel 2019 a un progetto di bonifica e riqualificazione della superficie che si affaccia sulla strada che da Oristano porta a Santa Giusta e anche su un discreto numero di case. Furono piantate jacarande, salici e una siepe dopo che, grazie a un accordo tra Comune e la ditta Formula Ambiente, era stata ripulita e bonificata tutta l’area che era stata trasformata col passare degli anni in una discarica non autorizzata piena di rifiuti di materiale edile. Era stata coinvolta anche la società partecipata del Comune, Oristano Servizi, che aveva fatto intervenire i suoi operai per eseguire tutte le operazioni di piantumazione e realizzare un impianto di irrigazione.
Dopo un inizio promettente l’area e la sua cura sono state però dimenticate negli ultimi anni. Come denunciano alcuni residenti, tutto è lasciato al caso ovvero alla pioggia che il cielo, sempre più raramente, manda giù in questi tempi di emergenza climatica. Così la gran parte di quella cinquantina di piante si è completamente seccata. È una storia che si ripete in fotocopia anche nella zona della chiesa di San Paolo nel quartiere di Torangius dove i platani, piantati nella stessa occasione per regalare alla città un altro angolo di verde pubblico, sono per la maggior parte secchi. Sarebbe servita in un periodo di siccità così importante un’irrigazione di soccorso, ma non è arrivata e così non resta che sperare che la pioggia arrivi quanto prima per salvare il salvabile. Sommando le due superfici si arriva così a un’ottantina di piante che ormai si possono definire morte, esempio perfetto di spreco di buone intenzioni e di denaro pubblico, visto che furono pagate, così come un costo ebbe l’installazione dell’impianto di irrigazione di via Su Componidori. Forse è ancora funzionante, ma per il momento restano solamente visibili i tubi arrotolati attorno al fusto esile di uno di quegli alberi dai quali non spunta più un solo germoglio.
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