La Nuova Sardegna

Oristano

Il processo

Parco naturalistico inaccessibile, ma i pescatori non hanno colpe: assolti

di Enrico Carta
Parco naturalistico inaccessibile, ma i pescatori non hanno colpe: assolti

Non luogo a procedere per i presidenti di due cooperative su cui sarebbe dovuto passare il percorso Phoinix. La vicenda giudiziaria e in cosa consiste l’incompiuta

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Cabras Non luogo a procedere. È il giudice per le udienze preliminari Salvatore Carboni a mettere la parola fine alla storia giudiziaria legata al percorso naturalistico e parco archeologico del Sinis denominato Phoinix, una delle storiche incompiute del territorio tutt’ora inutilizzata che era finita al centro del caso che ha portato a rischiare il processo i presidenti delle due cooperative che gestivano le peschiere di Sa Mardini e Mistras. La prima in capo alla cooperativa dei pescatori guidata da Giuliano Cossu, la seconda dalla cooperativa presieduta da Marco Manca. I due erano finiti nei guai tra l’estate e l’autunno 2021 quando i loro nomi vennero iscritti sul registro degli indagati con l’accusa di inadempimento contrattuale in un contratto di pubblica fornitura. Contestualmente ci fu la richiesta della procura, respinta in tutte le fasi di esame, di far finire sotto sequestro l’area incriminata.

Il colpo di spugna sulla vicenda arriva nel giorno in cui il pubblico ministero Paolo De Falco, che ha ereditato il procedimento dal collega Armando Mammone, ha chiesto il rinvio a giudizio e quindi il processo per entrambi. Parere che non ha trovato sponda nel giudice e men che meno negli avvocati difensori Alessandro Enna per Marco Manca e Caterina Cabiddu e Luca Casula per Giuliano Cossu. Bisogna fare un passo indietro per capire qualcosa di questa storia raccontando cosa sarebbe dovuto essere e cosa forse sarà il percorso naturalistico Phoinix che parte dal margine di Torregrande per attraversare la zona delle peschiere sino a raggiungere Mare Morto nei pressi di San Giovanni di Sinis. Doveva essere un’attrazione turistica oltre che un’azione di valorizzazione del patrimonio ambientale e archeologico locale, ma è rimasto tutto lettera morta, nonostante qualche anno fa furono installate le panchine, fu spianato il percorso, furono apposte la segnaletica e le indicazioni. Il problema è che il percorso non è mai stato realmente completato perché mancavano degli elementi imprescindibili che potessero portare alla definizione di una gestione.

In realtà, per quanto abbandonata a sé stessa e poco praticabile, una parte del percorso per camminatori e biciclette è assolutamente agibile. Un’altra porzione attraversa però l’area delle peschiere di Sa Mardini e di Mistras che i pescatori non hanno mai messo a disposizione chiudendo i cancelli a chiunque si affacciasse da quelle parti e non lo facesse per lavoro. Mancava più di un dettaglio: non c’erano assicurazioni, non c’erano garanzie, non c’era soprattutto un contratto con le regole di gestione ed è su questo punto che la difesa ha insistito. In cosa sarebbe consistita l’inadempienza e da questa il reato contestato ai due presidenti se non esiste un solo foglio di carta che implichi una loro responsabilità nella gestione? E infatti è stata assoluzione. Per completare il percorso c’è ancora tutto il tempo del mondo, soldi e volontà permettendo.

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