La Nuova Sardegna

Oristano

La causa

Pubblicità spenta illecitamente, il Comune perde al Tar e ora dovrà pagare i danni

Pubblicità spenta illecitamente, il Comune perde al Tar e ora dovrà pagare i danni

Per i giudici il maxischermo era posizionato regolarmente: l’amministrazione rischia di dover sborsare 100mila euro di risarcimento alla società che ha vinto il ricorso

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Oristano Per il Comune la pubblicità “spenta” rischia di essere costosa come non lo è mai stata. L’amministrazione ha perso la causa di fronte al Tar e ora si prepara ad affrontare una richiesta di risarcimento danni da parecchie decine di migliaia di euro da cui è pressoché impossibile sfuggire. Forse si potrebbe addirittura arrivare a una cifra a cinque zeri, ma questo sarà argomento del prossimo futuro. Per ora si resta al passato molto recente visto che è di oggi, venerdì 11 aprile, la sentenza del Tar ha dato ragione alla società J Space Tv dei fratelli Pira che gestiva l’impianto pubblicitario luminoso che si trova nella biforcazione tra via Cagliari e via Tirso.

Il tabellone ha una storia tormentata, dal momento che dopo il primo posizionamento, il Comune aveva richiesto una collocazione alternativa e fu quindi smontato e arretrato di qualche decina di centimetri per essere piazzato sul muro privato che tutt’oggi lo ospita. Infine fu acceso e reso funzionante fino al giorno in cui arrivò un’ispezione della polizia locale che ne decise lo spegnimento dietro decisione del dirigente. Era la fine di settembre dell’anno scorso e quella mossa operata dal Comune ha dato il via alla sfida che si è giocata a suon di codice e sentenze di fronte al Tribunale amministrativo. Sono stati i giudici Marco Buricelli, Oscar Marongiu e Roberto Montixi a decretare che il Comune aveva torto e la J Space Tv tutte le ragioni possibili per tenere acceso il tabellone pubblicitario. Gli avvocati Ezio Ullasci, Valerio Martis e Mauro Tronci, che rappresentavano la società, avevano presentato ricorso proprio all’indomani dell’azione dell’amministrazione indicando varie ragioni per cui quell’atto fosse illegittimo.

Il punto di riferimento di tutte le procedure simili rimane il piano generale per l’installazione degli impianti pubblici che risale al 2020, in seguito al quale fu concordato il posizionamento definitivo di quello della piazzetta tra via Cagliari e via Tirso dopo il primo intoppo. Solo che improvvisamente, non tenendo conto dell’incontro a cui presenziarono i responsabili dei vari uffici interessati, l’ex segretario comunale e l’ufficio legale del Comune, l’amministrazione contestò anche la seconda installazione chiedendo ai proprietari la rimozione e il ripristino dei luoghi. In quell’occasione era stato raggiunto anche un accordo stragiudiziale legato proprio all’arretramento del maxi schermo. Tra i motivi della decisione del Comune, oltre al contrasto con il piano generale degli impianti e il regolamento sull’esposizione pubblicitaria, erano stati indicati anche quelli relativi a questioni di pericolosità, probabilmente facendo riferimento alla sicurezza stradale.

In udienza, l’ente rappresentato dall’avvocata Gianna Caccavale ha fatto poi riferimento alla pratica di interdizione, ma questa si riferiva alla precedente installazione. Sulla nuova non erano stati prodotti documenti o atti che motivassero la decisione di spegnere il tabellone che per un mese e mezzo ha smesso di trasmettere qualsiasi immagine, periodo durante il quale la società ha perso svariate commesse. Il prossimo passo è dunque quello di notificare il provvedimento all’amministrazione affinché venga riconosciuto alla società ogni tipo di diritto negato e di danno subito che è già in fase di quantificazione.

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