La Nuova Sardegna

Oristano

Il caso

Ardia di Sedilo a rischio, il caso arriva in Parlamento

di Alessandro Mele

	L'Ardia di Sedilo (foto di Francesco Pinna)
L'Ardia di Sedilo (foto di Francesco Pinna)

«Il ministro Abodi trovi un equilibrio tra sicurezza e salvaguardia delle tradizioni»

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Sedilo Mentre il sindaco Salvatore Pes preferisce non parlare del decreto del ministro Abodi e su tutte quelle prescrizioni di sicurezza che stanno facendo discutere i sedilesi e che mettono a serio rischio l’Ardia così come tramandata dalla tradizione, la corsa equestre dedicata a San Costantino sbarca in Parlamento, grazie all’interrogazione presentata dal deputato e coordinatore regionale di Forza Italia, Pietro Pittalis. «Abodi individui equilibrio tra la tutela della sicurezza e la salvaguardia delle tradizioni popolari – tuona Pittalis –. Ho presentato un’interrogazione parlamentare al ministro per lo Sport e i giovani, con l’obbiettivo principale di chiedere chiarimenti in merito all’applicazione del decreto ministeriale risalente all’8 gennaio scorso, che definisce le nuove regole per lo svolgimento delle manifestazioni equestri al di fuori di impianti o percorsi autorizzati».

A Sedilo, intanto, la tensione tra i devoti a San Costantino e gli appassionati del mondo ippico è alle stelle, soprattutto nell’attesa di capire se d’ora in poi l’Ardia si dovrà correre con caschetti e giubbotti di protezione. Ecco allora che il coordinatore regionale di Forza Italia, su questo provvedimento che rischia anche di scatenare questioni di ordine pubblico, vuole vederci chiaro. «Il provvedimento ha sollevato forti preoccupazioni in particolare a Sedilo, nell’Oristanese – prosegue Pittalis –, dove il 6 e 7 luglio di ogni anno si svolge l’Ardia, una secolare corsa equestre in onore di San Costantino, carica di significato storico, culturale e religioso. Le prescrizioni del decreto rischiano di rendere di fatto impossibile lo svolgimento dell’Ardia, snaturandone l’essenza rituale e compromettendone la continuità storico-tradizionale».

E prosegue: «Gli organizzatori e i cavalieri denunciano un’eccessiva rigidità nei protocolli di sicurezza imposti, che non tengono conto delle peculiarità delle manifestazioni storiche e tradizionali, profondamente radicate nel tessuto sociale e identitario dei territori. L’Ardia – spiega il deputato forzista –, è una manifestazione religiosa, organizzata dal parroco di Sedilo e come tale si adotta l’articolo 25 del Tulps e non l’art. 68 come invece intende il ministro Abodi con il decreto. Non prevede nessun vincitore e di conseguenza non vengono consegnati premi e i cavalli non appartengono a nessuna federazione di sport equestri e/o equipollenti, sono iscritti esclusivamente all’Unire».

Pietro Pittalis, ma soprattutto tutti i sedilesi, adesso aspettano delle risposte chiare. «Ho chiesto quindi al ministro Abodi quali misure intenda adottare per favorire una mediazione, che consenta lo svolgimento dell’Ardia e di manifestazioni analoghe – specifica –, in condizioni di sicurezza, ma nel rispetto delle loro specificità storiche e culturali. L’Ardia, come altre manifestazioni tradizionali italiane, rappresenta un patrimonio immateriale di straordinario valore, riconosciuto e condiviso dalle comunità locali e non solo. La richiesta al Governo è di individuare un equilibrio tra tutela della sicurezza pubblica e salvaguardia delle tradizioni popolari, affinché queste possano continuare a vivere nel presente e nel futuro del Paese», ha concluso Pittalis, portando quindi la disputa a un livello più altro rispetto alla Regione e allo stesso Comune.

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