La Nuova Sardegna

Oristano

Sanità

In coda tutta la notte per un medico di base

di Enrico Carta
In coda tutta la notte per un medico di base

Cinquecento i posti disponibili, ma sono seimila le persone che non hanno un dottore di riferimento. La beffa della scelta online

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Terralba In fila dalla notte per essere sicuri di entrare tra i primi cinquecento. Lo spazio davanti al poliambulatorio di Terralba sembrava quello dello stadio del tennis di Wimbledon con i tifosi alla ricerca di biglietto. C’è però poco da ironizzare di fronte a una scena d’altri tempi, anzi di tempi mai visti e vissuti negli ultimi decenni perché quelli che cercavano di garantirsi la priorità erano pazienti in cerca di un medico fisso. È stata una scena di ordinario deficit di assistenza sanitaria con la carenza di medici di medicina generale che continua a farsi sentire e a mordere sulla salute dei pazienti. È per questo quindi che tanti erano in fila, alcuni dopo aver passato la notte in bianco, sperando di riuscire a strappare uno di quei cinquecento posti disponibili per entrare a far parte del nucleo degli assistiti della dottoressa Magnolia Murgia che ha ricevuto nei giorni scorsi il via libera per portare da 1.000 a 1.500 il numero dei propri pazienti. Ce la farà meno di uno su cinque.

Alla ressa e all’attesa per molti vana si aggiunge poi la beffa che hanno dovuto subire i pazienti a cui era stato assicurato che si sarebbe potuto effettuare la scelta del nuovo medico di base online attraverso lo spid. La lettrice Ramona Allegri invece ci segnala il paradosso di fronte al quale si è dovuta arrendere: «Nella comunicazione c’era scritto che avremmo potuto fare la scelta anche online sul sito Zente. Mi sono collegata con lo SPID, come hanno fatto tanti altri miei concittadini visto che siamo circa 6.000 senza medico di base. Purtroppo, quando ho cliccato sull’unico medico in lista mi è stato impedito di continuare la procedura perché non ero già assistita precedentemente da un medico di base». È un fatto ovvio perché a Terralba e non solo sono tantissimi quelli che non hanno da tempo un medico di medicina generale di riferimento a cui è associato il loro nominativo di assistiti. «La mia precedente dottoressa – prosegue Ramona Allegri – si è trasferita a Oristano, lasciandosi. Ho contattato l’Asl a Terralba via mail e mi hanno detto che sul sito era possibile e non c’erano impedimenti, ma ci sono eccome. Ho scritto anche sul sito di Zente e mi hanno dato una risposta generata direttamente dal sistema».

Quindi l’amara constatazione finale: «Lo sappiamo da tempo che per la Regione siamo diventati dei Signor Nessuno, siamo Invisibili, praticamente l’ultima ruota del carro, anche se quando si tratta di chiedere soldi si ricordano in fretta di noi. All’Asl di Terralba c'era gente in fila da ieri notte per scegliere il medico, hanno dato priorità a chi aveva scelto il medico da altre località lontane, ad esempio da Laconi, lasciando noi che non abbiamo alcun medico per ultimi. Io ho subito recentemente un intervento chirurgico invasivo e delicato, per me e per molti disabili e anziani sarebbe stato l’ideale scegliere il medico online, averne almeno una possibilità come tutti, anche se la percentuale è molto bassa». Alla fine non resta che l’Ascot, ambulatorio straordinario di continuità territoriale che è diventato l’ancora di salvezza per diversi territori. Ideato dall’Asl di Oristano e poi copiato in altre realtà provinciali, ha evitato il tracollo dell’intero sistema dell’assistenza, ma ha un budget limitato e non a tutti i pazienti piace perché non si crea il rapporto costante e continuo col proprio medico di base.

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