La Nuova Sardegna

Oristano

L’appello

Il sacerdote sardo vittima di abusi scrive ai cardinali prima del conclave

di Michela Cuccu
Il sacerdote sardo vittima di abusi scrive ai cardinali prima del conclave

Padre Paolo Contini: «Vi imploro, non dimenticatevi di noi vittime»

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Oristano «Vi imploro: non dimenticatevi di noi vittime». È un appello per chiedere di fermare la pedofilia nella chiesa, la lettera che padre Paolo Contini ha inviata ai cardinali che si stanno preparando al conclave. Una lettera drammatica, nella quale il parroco di Ghilarza, Abbasanta e Norbello, oggi 52enne che anni fa denunciò di aver subito a sua volta, quando era minorenne, abusi sessuali in seminario, racconta le difficoltà di una vittima di abusi nella Chiesa di ottenere giustizia. Ora che gli atti del processo in corso sono pubblici, padre Paolo riporta alcune delle dichiarazioni contenute nella confessione di uno degli imputati: un sacerdote, ora 65enne, che ammette il suo reato nei confronti di padre Contini e di altri seminaristi.

«Ero ben consapevole dei miei problemi e facevo tutto alla luce del sole ma nessuno dei superiori, pur vedendo, prendeva provvedimenti – si legge nella confessione – . Ho anche pensato di ritirarmi, ma quando sono sull’altare dimentico tutto e vivo il mio momento di grazia. Avrei lasciato il sacerdozio, ma chi mi ha seguito mi ha detto di non farlo e mi ha detto cosa fare». Padre Paolo ai cardinali scrive: « Dopo aver subìto quegli abusi sulla mia pelle, non mi scandalizzano certamente le parole di un pedofilo, semmai mi devasta sapere che una confessione così esplicita sia passata tra le mani di almeno tre vescovi e di un giudice e nessuno di loro abbia cercato di dare una risposta seria e coerente con il magistero della Chiesa e con gli insegnamenti dei nostri compianti Benedetto XVI e Francesco! Per anni, in molti dentro la Chiesa, hanno cercato di insabbiare i fatti, di difendere il pedofilo, facendo passare me per un disonesto o per un mitomane. Ho dovuto lottare con tutte le mie forze per avere un equo processo, ma ancora oggi devo combattere contro la resistenza di ingiustificabili difensori del pedofilo».

Ed aggiunge: « i fatti sono certi, fino al punto che un arcivescovo emerito, monsignor Atzei, all’epoca dei fatti superiore provinciale dei religiosi presso cui ho frequentato il seminario minore, ha rilasciato una testimonianza in cui afferma di aver visto con i suoi occhi il pedofilo in azione, anche se poi non ebbe il coraggio e il rigore sufficiente per intervenire come avrebbe dovuto. Questa testimonianza – prosegue la lettera ai cardinali – è stata osteggiata in tutti i modi e fino all’ultimo hanno provato a far saltare l’udienza di questo alto prelato. Il mio processo era finito nelle mani di un giudice amico personale del pedofilo, un giudice che andava dicendo che avrebbe fatto assolvere il reo confesso e poi avrebbe intentato una causa contro di me, facendo passare le mie accuse per calunnie. Il Signore ha voluto che questo giudice disonesto facesse un clamoroso errore: scrivere messaggi di minaccia nei confronti del mio avvocato. Di fronte a quei fatti sono riuscito a far valere le mie ragioni per la rimozione del giudice».

Eppure, come riferisce padre Contini: «dopo essere stato sollevato da ogni incarico presso il Tribunale Regionale Sardo, lo stesso ex giudice disonesto è stato promosso vicario generale nella sua diocesi». Precisa anche che la sua non è una denuncia contro la Chiesa «ma nella Chiesa e per Chiesa. Il mio non è neppure un percorso finalizzato a far cassa, visto che sin dal principio ho dichiarato di rinunciare a qualsiasi risarcimento. Non è neanche una squallida vendetta, visto che davanti a Dio ho perdonato da tanti anni chi aveva abusato di me quando ero ancora un fanciullo. La mia denuncia è finalizzata ad evitare che altri bambini possano incorrere in questo “predatore”, ma allo stesso tempo è volta a dare una possibilità di redenzione e di recupero anche allo stesso sacerdote pedofilo». E ai cardinali che tra poco si chiuderanno in conclave, padre Contini scrive: «Ovviamente non so chi sceglierete come prossimo Pontefice, ma a chiunque sia, vi supplico, chiedete rigore nei processi, certezza nelle pene e ascolto reale delle vittime».

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