Pochi euro e vecchio progetto da rivalutare: per il mercato ci vogliono anni
In cassa ci sono tre milioni e mezzo per riqualificare l’edificio ridotto a un rudere: il Comune studia le possibili alternative
Oristano Riunioni, sopralluoghi, ascolto delle necessità dei commercianti, sogni, desideri e una pioggia di idee, anche se poi alla fine decideranno i tecnici. La prima amara verità con cui bisogna fare i conti è però un’altra: ci vorranno anni prima che il mercato di via Mazzini e via Mariano sia nuovamente a disposizione della città e degli operatori. A voler essere ottimisti, leggendo tra le righe nemmeno troppo nascoste degli ultimi incontri delle commissioni consiliari, non c’è alcuna possibilità di vederlo concluso per la fine di questa consiliatura. Razionalmente è probabile che lo si possa restituire alla città entro la fine della prossima e quindi tra il 2027 e il 2032, sperando che non si finisca alle calende greche come purtroppo spesso accade, senza particolari responsabilità di alcuno, quando ci sono di mezzo appalti pubblici a Oristano.
Il fermento politico dei giorni scorsi permette quindi di fare il punto su uno dei luoghi cardine del centro storico che oggi ha un enorme ferita di degrado al suo interno. Per prima cosa è certo che il progetto esecutivo che gli uffici hanno sul tavolo va ricalibrato rispetto ai costi attuali. È infatti alquanto datato e i tre milioni e mezzo che l’amministrazione ha in cassa in questo non bastano più perché nel frattempo i prezzi per i materiali e per la realizzazione sono lievitati. L’ipotesi è quindi quella di andare avanti per lotti separati e arrivare sin dove si può, ma ovviamente è un discorso tutto al futuro, perché di concreto al momento c’è ben poco.
L’ufficio tecnico comunale ha affidato a un professionista l’esame dell’incartamento per chiudere il cerchio sui costi e da ciò dipenderà gran parte delle scelte future. Tra queste c’è anche quella che riguarda l’attuale copertura. La volta a botte che racchiude l’intero spazio dedicato alle attività commerciali e ai box non dovrebbe essere abbattuta. Questo almeno dice il progetto che era stato approvato prima che tutto si fermasse ripetutamente e poi in maniera definitiva senza che il lavoro di riqualificazione sia mai stato concluso. Sulla copertura dunque ci sono varie incognite e sicuramente sarà necessario effettuare dei test di stabilità prima di prendere la decisione ultima.
Tra le ipotesi in campo c’è quella di inserire un controsoffitto che renderebbe invisibile lo scheletro dell’edificio. Questa operazione avrebbe anche dei vantaggi dal punto di vista dei consumi perché ridurrebbe lo spazio da riscaldare o rinfrescare e da illuminare, anche se su questo aspetto le commissioni consiliari hanno sottolineato la necessità di autosufficienza energetica predisponendo impianti appositi. L’alternativa estrema, che dipenderà per l’appunto dalle verifiche sulla staticità della costruzione, è quella dell’abbattimento, fatto che aprirebbe la strada a uno sconvolgimento totale dell’attuale progetto di ristrutturazione.
Ci sono poi da fare i conti con la futura gestione che, è stato preannunciato, non sarà a carico del Comune. Si pensa a un consorzio che veda in campo i commercianti stessi, ma è un discorso al momento tutto in divenire e lo sarà fino a che non saranno definiti i contorni dei lavori. Peraltro, visto che poi è anche se non soprattutto una questione di soldi, nel conto c’è da mettere anche la spesa annuale che il Comune sta affrontando per tenere aperti i due spazi attuali dove vengono portate avanti le tredici attività residue – quattro nel mercato comunale di via Costa, nove nell’edificio privato di via Cimarosa dove il Comune aveva sistemato “temporaneamente” gli operatori dopo il trasloco per svuotare via Mazzini –. Oggi anche questi due spazi vanno inseriti nel computo dei costi. Tra bollette, affitti e altri oneri il Comune spende circa 100mila euro all’anno. Lo fa da parecchio tempo. Dovrà farlo ancora per parecchio tempo.