Sedi decentrate, una legge regionale per le università di Oristano, Nuoro, Olbia e Alghero
La proposta dell’Udc per salvaguardare l’autonomia degli atenei periferici
Oristano Parte direttamente dal Palazzo degli Scolopi, la proposta di legge regionale che ha l’obbiettivo di rilanciare definitivamente le sedi accademiche decentrate dell’isola (Oristano, Nuoro, Alghero e Olbia), grazie all’avvento della cosiddetta università diffusa. Se nella pratica a presentare il disegno di legge sarà la consigliera regionale dell’Udc, Alice Aironi, nella teoria la proposta normativa è arrivata dal suo compagno di partito e presidente della commissione comunale Cultura e istruzione, Antonio Iatalese. «C’è la necessità di garantire alle sedi universitarie decentrate, come il Consorzio Uno di Oristano – specifica Iatalese –, strumenti certi per crescere e offrire servizi formativi coerenti con i bisogni del territorio». E ancora: «Questa legge è indispensabile per consentire ai consorzi e alle fondazioni universitarie di consolidarsi e contribuire allo sviluppo locale. I corsi attivati sarebbero (come già accade tramite i partenariati con le università di Cagliari e Sassari, ndr) strettamente legati alle vocazioni produttive dei territori con l’obbiettivo principale di formare professionisti pronti a rafforzare il tessuto economico e sociale dell’isola».
Nello specifico, il disegno di legge regionale punta a garantire risorse certe e pluriennali per consorzi e fondazioni universitarie, riconoscere totale autonomia gestionale, amministrativa e di spesa alle sedi decentrate, promuovere attività di ricerca scientifica nei poli territoriali e realizzare residenze universitarie all’avanguardia per migliorare l’accessibilità allo studio. Inoltre, con una dotazione finanziaria annua di 22 milioni di euro a partire dal 2026, il provvedimento prevede l’istituzione di un fondo regionale per l’università diffusa e un tavolo permanente di partenariato con il compito di coordinare le politiche regionali in materia di formazione universitaria, innovazione e sviluppo locale. «Questo disegno di legge va a disciplinare in modo concreto una infrastruttura educativa e territoriale che deve essere stabilizzata e potenziata con strumenti normativi e finanziari certi – dicono dai vertici dell’Udc –. Le sedi decentrate sono fondamentali per contrastare lo spopolamento, rafforzare il tessuto economico locale e offrire pari opportunità formative a tutti i giovani sardi».
L’Udc, però, in Regione siede sui banchi dell’opposizione e sul progetto di legge universitaria non dovrà solo cercare il sostegno degli altri partiti del centrodestra, ma anche quello della maggioranza Todde. «Difronte al rilancio di un tema così importante non c’è colore politico – dicono sul tema Antonio Iatalese e Michele Piredda, coordinatore provinciale Udc –. Siamo a disposizione per discutere su quali siano i migliori strumenti da mettere in campo per vincere una battaglia comune. Questo disegno di legge – concludono –, è un tassello fondamentale per assicurare pari opportunità educative in tutte le aree dell’isola. Ma è anche un modello inclusivo, moderno, e centrato sulle potenzialità dei vari territori».
La prima realtà ad accogliere favorevolmente la proposta di legge dell’Udc, è proprio quella del consorzio universitario Uno, l’ateneo padrone di casa. «È una testimonianza concreta di attenzione verso la nostra realtà – commenta Francesco Asquer, direttore del Consorzio Uno –. L’adozione di una legge dedicata alle sedi decentrate sarebbe il passo decisivo per il loro definitivo riconoscimento su larga scala, anche perché, fino ad oggi, gli interventi del consiglio regionale in tema universitario afferivano solo agli emendamenti alla legge di stabilità. So che anche la maggioranza sta preparando un disegno di legge – prosegue –, dunque speriamo che queste due iniziative alla fine prendano la stessa strada. Noi faremo la nostra parte».