La Nuova Sardegna

Oristano

Carabinieri

Venditori di uccelli esotici ai domiciliari per stalking

Venditori di uccelli esotici ai domiciliari per stalking

Sono accusati di aver perseguitato un vicino dopo che il loro negozio era stato chiuso perché privo di autorizzazioni

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Ghilarza Dai cinguettii di uccellini esotici alla denuncia, dalla denuncia ai domiciliari per atti persecutori. La parabola dei venditori di cocorite e bengalini comparsi come per incanto a Ghilarza sta avendo un’evoluzione molto rapida e imprevista. Qualche settimana fa, la coppia originaria della penisola che da poco si era stabilita in paese, era finita al centro delle cronache in seguito a una perquisizione effettuata in una casa e nelle sue pertinenze. Asl, carabinieri e polizia locale avevano trovato una sorta di negozio di animali, per lo più uccellini esotici, che però era stato ritenuto abusivo. La rivendita, dopo alcuni accertamenti, era risultata priva di autorizzazioni e così era stata chiusa. Contestualmente erano state sequestrate tutte le gabbie con gli esemplari che venivano messi in vendita ed era stata fatta una denuncia. Da quel momento il caso sembrava chiuso, invece qualcosa covava sotto la cenere, perché qualche giorno fa alla coppia è stato notificato dai carabinieri della Compagnia di Ghilarza un provvedimento emesso dal giudice per le indagini preliminari che impone la misura cautelare dei domiciliari col divieto di comunicare con terze persone.

Non è certo per il presunto commercio non autorizzato di cocorite che è stato compiuto un passo simile, ma perché la coppia si sarebbe resa protagonista di atti persecutori e avrebbe proferito diffamazioni e minacce nei confronti di alcuni vicini di casa. In particolare, sarebbe stato preso di mira un abitante della stessa via, individuato come il responsabile della soffiata che aveva portato all’ispezione nel negozio perché aveva chiesto informazioni, anche se le segnalazioni sulla strana attività di vendita di animali furono molteplici. Da quel momento il vicino e la sua famiglia sarebbero stati bersaglio di frasi poco simpatiche quando non aggressive. Sarebbero diventati l’obiettivo delle diffamazioni anche sui social media, dove sarebbero state pronunciate o scritte parole come molestatore o capo mafioso con tanto di nome e cognome. (e.carta)

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