Errore da 330mila euro sull’Imu, la società: «È stato impossibile dialogare col Comune»
L’errore nelle notifiche e il chiarimento dell’amministratore del complesso di via Ghilarza: «Noi incolpevoli»
Oristano Scatta la caccia ai responsabili dello scivolone da 330mila euro che il Comune ha perso per errori di notifiche. Prima in commissione, poi in consiglio comunale il caso dei 330mila euro di Imu non pagata dalla società che amministra il complesso di via Ghilarza non pare destinato a chiudersi con il provvedimento della magistratura tributaria. L’amministrazione proverà a cercare un modo per provare a recuperare almeno una parte della somma svanita dal bilancio comunale. Accanto alle reazioni dei consiglieri comunali, si registrano quelle di Ernesto Pia, amministratore unico della Fondiaria Estate che offre attraverso una comunicazione scritta la sua ricostruzione: «Come la società ha appreso molto tempo dopo i termini previsti dalla legge a causa della incorretta procedura di notificazione, l’Ufficio comunale aveva ritenuto, legittimamente, di sollevare alcune diverse interpretazioni nel merito dell’imposta sulle quali la società, altrettanto legittimamente, non ha potuto e non può tuttora concordare. Gli errori di notificazione, riconosciuti definitivamente dalla Corte di giustizia tributaria, hanno fatto sì che non si potesse instaurare il corretto dialogo e il contraddittorio fra Ufficio e il contribuente».
Ernesto Pia chiarisce poi: «Il supposto buco di bilancio è in gran parte virtuale, in quanto fondato su una cartella che, al netto delle differenze interpretative su alcune voci costituenti l’imposta è costituito dalle enormi sanzioni applicate dall’Ufficio su presupposti e errate procedure che sono conseguiti all’iniziale errore di notificazione». Pur non chiarendo quale sia la cifra corretta l’amministratore della società poi spiega ancora: «Nel bilancio comunale sono state iscritte voci sanzionatorie non dovute, non tanto l’effettivo importo dell’imposta che è e risulta pagato. Spiace non aver potuto instaurare il dialogo e il confronto a causa di un errore che non sembra nemmeno del tutto imputabile all’Ufficio tributario comunale, ma di cui in primo luogo la società ha patito». Insomma, Ernesto Pia non ci sta a passare per debitore e si sente a sua volta vittima.
Parole che non convincono il presidente della commissione consiliare all’Urbanistica, Fulvio Deriu (FdI), che sposterà presto l’attenzione anche sull’aspetto urbanistico ed edilizio della vicenda, riportando alla luce un caso di oneri di urbanizzazione e pratiche che saranno nuovamente vagliate: «La faccenda registra, oltre al mancato introito, anche l’addebito delle spese legali. È una circostanza che merita i dovuti approfondimenti nei confronti di tutti gli attori di questa vicenda. Nel leggere la sentenza di condanna al Comune, sembrerebbe che la società proprietaria degli immobili assoggettati a cartella esattoriale abbia proceduto con una sistematica variazione tanto della sede legale, quanto del nominativo del rappresentante della società stessa. Circostanza bizzarra, che ha impedito la corretta notifica degli atti. Laddove fosse accertata un’azione scientemente perpetrata, quale portatore di interessi collettivi non posso esimermi dal considerare che la somma non corrisposta a titolo di imposta, abbia dei riflessi economici in danno alla collettività e, pertanto, ritengo doveroso verificare in maniera puntuale e approfondita quanto accaduto. L’attenzione è rivolta anche a valutare se per gli immobili, per i quali il Comune non ha riscosso l’imposta dovuta, sia stata adottata la stessa minuzia e precisione anche sotto un profilo squisitamente edilizio e urbanistico. Sarà mia cura e dovere procedere con la richiesta di accesso a tutti gli atti di questa vicenda e, relativamente agli immobili, laddove sia data evidenza di una violazione urbanistica, si procederà con la doverosa segnalazione all’Ufficio tecnico comunale affinché siano esperiti gli accertamenti previsti dalla vigente normativa. L’auspicio è che quanto accaduto, prescindendo da eventuali responsabilità, non abbia a ripetersi».