La Nuova Sardegna

Oristano

Il caso

Autista prosciolto dopo l’incidente mortale, ma l’Arst non vuole pagargli l’avvocato

di Enrico Carta
Autista prosciolto dopo l’incidente mortale, ma l’Arst non vuole pagargli l’avvocato

Ecco i motivi dello scontro tra il dipendente e l’azienda del trasporto regionale

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Oristano Tra il pagare e il non pagare c’è di mezzo un preventivo. Per chi chiede i soldi è solo una scusa a cui appigliarsi sbugiardata peraltro da un accordo sindacale, per chi non vuole aprire i cordoni della borsa è invece il punto nodale di tutta questa storia che ha origine quasi tre anni fa con un incidente, un indagine per omicidio stradale, un errore inspiegabile nelle analisi per verificare l’uso di alcol e infine il proscioglimento dell’indagato. Sembrava essersi tutto risolto per il meglio, invece è arrivata la beffa finale per un autista dell’Arst che da alcuni mesi si trova costretto ad affrontare quello che ritiene un inspiegabile braccio di ferro con l’azienda che non gli vuole riconoscere il pagamento delle spese legali affrontate per dimostrare di essere innocente.

Eppure, la storia sembra alquanto lineare, per quanto sia iniziata con una tragedia. È la sera del 12 novembre 2022 e Pietro Pischedda, autista di Fordongianus, sta guidando il pullman di linea che da Oristano deve arrivare a Cabras. Sta per raggiungere la frazione di Solanas quando un’auto invade la corsia e la 45enne Cinzia Cotza che era al volante muore sul colpo. C’è una vittima e questo porta automaticamente all’avvio di un’indagine della procura per omicidio stradale. È quel che generalmente viene definito un atto dovuto e l’autista lo sa bene. Sa però anche che un’inchiesta penale, per quanto sia certo di essere nel giusto, non è una passeggiata. Lo capisce qualche giorno più tardi, quando inspiegabilmente compare una positività minima all’alcol decretata dalle analisi del sangue svolte all’ospedale San Martino. L’indicazione di un tasso alcolemico di 0,30 – è inferiore al consentito per qualsiasi automobilista, ma chi svolge servizio alla guida di mezzi pubblici non può assolutamente bere un solo goccio di bevande alcoliche – contraddice però il primo test effettuato con l’apparecchiatura dei carabinieri direttamente sul luogo dell’incidente quando Pietro Pischedda diede esito del tutto negativo. La procura di Oristano decide di far svolgere delle controanalisi perché quel dato non può aver oscillato così tanto nel giro di meno di tre ore, ancor più perché l’autista dichiara di non aver assunto alcolici dal momento dell’alcol test effettuato per strada a quello delle analisi fatte in ospedale. Si controlla persino se tracce di alcol potessero essere nel cibo che aveva assunto, ma la risposta è negativa.

Arrivano quindi le controanalisi che smentiscono quanto rilevato dal laboratorio dell’ospedale e riportano la vicenda sul binario della chiarezza. Nel frattempo ci sono anche i riscontri dei periti sulla dinamica dell’incidente e anche qui qualsiasi responsabilità dell’autista viene completamente esclusa: viaggiava entro i limiti di velocità consentiti, ma soprattutto a invadere all’improvviso la corsia e a provocare l’incidente era stata la macchina coinvolta. Non ci sono dunque colpe, per cui il pubblico ministero Silvia Mascia decide di archiviare il caso. Non ci sono opposizioni e la vicenda giudiziaria si chiude. A quel punto, Pietro Pischedda avanza la richiesta all’Arst affinché provveda a pagare le spese legali, alcune migliaia di euro che, stando a un accordo sindacale interno, dovrebbe essere l’azienda a coprire in caso di mancate responsabilità del dipendente indagato. Ed è qui che insorgono i primi problemi. L’Arst aveva infatti richiesto nel momento dell’avvio dell’indagine un preventivo di spesa all’avvocato Raffaele Miscali, indicato dall’indagato al quale era stata lasciata la facoltà di nominare autonomamente un legale. Il problema è insorto successivamente alla comunicazione della parcella poiché il totale supera quello indicato nel preventivo. Il problema è che una previsione di spesa in un caso giudiziario si basa su ipotesi perché è impossibile sapere in anticipo quali atti bisognerà compiere e in questo caso sono stati più di quelli che si pensava di dover affrontare inizialmente. Ad esempio, la ripetizione delle analisi con la nomina di un perito ha fatto lievitare il costo della procedura. Fatto sta che il contenzioso, fatto per ora solo di scambi di lettere, è aperto.

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