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Nuovo cemento a Porto Rotondo, l’ira del sindaco di Olbia contro il no del conte Donà dalle Rose


	Il conte Donà Dalle Rose, il sindaco Nizzi e una veduta di Porto Rotondo
Il conte Donà Dalle Rose, il sindaco Nizzi e una veduta di Porto Rotondo

Al centro del ring il maxi piano da 20 mila metri cubi per appartamenti, ville e negozi

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Olbia Forse amici non sono mai stati, il sindaco di Olbia Settimo Nizzi e il conte Luigi Donà dalle Rose, ma mercoledì 30 luglio in consiglio comunale sono veramente volati gli stracci. All’ordine del giorno l’approvazione del maxi progetto di completamento del piano particolareggiato di Porto Rotondo (votato e approvato a maggioranza) che porta in dote  volumetrie per 20 mila metri cubi per appartamenti, ville, uffici e negozi, ma anche infrastrutture e opere comuni, come strade e parcheggi

Il conte Luigi Donà dalle Rose, uno dei padri fondatori di Porto Rotondo, era intervenuto  insieme al figlio Leonardo, presidente della Fondazione Porto Rotondo, per contestare il maxi piano e sollecitare il Comune di Olbia a fare dietrofront. Il sindaco Nizzi ha risposto in aula con accuse pesanti, senza mai nominare il conte veneziano. Una rottura probabilmente definitiva.  «Oggi sono tutti ambientalisti – ha detto il sindaco  –  ma in 30 anni non hanno fatto nulla e sono proprio loro i primi responsabili di quanto è accaduto».

 «Noi parliamo con i proprietari - ha aggiunto il sindaco Nizzi - coloro che hanno acquistato dal tribunale il pacchetto di aree di un imprenditore che non merita il mio rispetto. Cosa vuole insegnare a noi, dopo che ha venduto i lotti di terreno? Oggi dice al Comune che non può andare avanti? Stiano zitti e pensino a quello che non hanno fatto in vita loro. Tutte le opere sono state fatte dal Consorzio di Porto Rotondo. Quando loro hanno costruito non c'erano problemi e ora che il diritto di costruire è di altri, peraltro con la restituzione al Comune di aree standard e infrastrutture collaudate, non va più bene? Noi andiamo avanti e loro non sono più nostri interlocutori, ma solo vecchi titolari di una società fallita». 

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