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In piazza atterra un falco di palude in difficoltà, salvato dai cittadini e dalla Forestale

In piazza atterra un falco di palude in difficoltà, salvato dai cittadini e dalla Forestale

Il bellissimo esemplare di rapace non riusciva più a spiccare il volo: ora è al sicuro

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Siapiccia C’era un insolito ospite nella piazza principale di Siapiccia nel pomeriggio dello scorso 6 settembre. Fortunatamente c’era anche chi l’ha accolto bene e gli ha prestato soccorso, perché la strana presenza era quella di un falco di palude (Circus aeruginosus, Linnaeus 1758), che è stato notato in evidente difficoltà da alcuni cittadini. Il rapace, pur vigile, si trovava a terra e non riusciva a riprendere il volo, circostanza che ha consentito un recupero agevole da parte degli operai comunali, che lo hanno provvisoriamente ospitato in un’abitazione nei pressi della piazza. Prontamente attivati dalla Sala operativa territoriale, gli agenti della stazione sorestale di Villaurbana hanno preso in carico l'esemplare e l’hanno condotto alla Clinica veterinaria Duemari di Oristano, centro specializzato convenzionato per la cura della fauna selvatica in difficoltà. Il personale veterinario, pur non riscontrando traumi evidenti, ha rilevato uno stato di malessere generale del rapace legato ad affaticamento, ridotta reattività e scarsa energia, riconducibile probabilmente a stress da migrazione o ad altre condizioni ambientali sfavorevoli. Il falco di palude è ancora sotto cura e verrà rimesso in libertà appena sarà in condizioni ottimali.

Si tratta di una specie protetta e non cacciabile, strettamente legata alle zone umide e ai paesaggi rurali ricchi di vegetazione riparia. In Italia è presente come specie migratrice, sedentaria, nidificante e svernante, con popolazioni insediate stabilmente in Sardegna. Nidifica prevalentemente nei canneti, ma può adattarsi anche negli habitat agricoli umidi come risaie, cave allagate, vasche di fitodepurazione e corsi d’acqua lenti. La dieta del falco di palude è composta da piccoli mammiferi, uova e nidiacei di uccelli acquatici, rettili e anfibi, condizione trofica che lo inserisce nel novero dei predatori apicali degli ecosistemi umidi. Il suo ruolo è cruciale nella regolazione naturale delle popolazioni-prede e nel mantenimento dell’equilibrio biologico di ambienti spesso fragili e sottoposti a forte pressione antropica. La sua presenza stabile è considerata un indicatore di buona qualità ecologica delle zone umide. La specie è infatti molto sensibile al disturbo umano e all’uso intensivo di fitofarmaci, che compromettono la catena trofica e la disponibilità alimentare nei territori agricoli adiacenti. La sua tutela implica politiche attente di gestione sostenibile del territorio, riduzione dell’impatto chimico-agricolo e conservazione degli ambienti umidi anche nei cosiddetti agro-ecosistemi.

L’intervento di recupero evidenzia ancora una volta l'importanza della collaborazione tra cittadini, amministrazioni locali e Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale nella salvaguardia della fauna selvatica. Un gesto di attenzione e di sensibilità che può fare la differenza nella conservazione delle specie protette e nella tutela del nostro patrimonio naturale. Nonostante il forte impegno operativo del Corpo Forestale nel periodo estivo, in cui le risorse umane e strumentali sono largamente assorbite dalle attività di prevenzione e contrasto agli incendi boschivi, le stazioni territoriali continuano a garantire la loro presenza sul territorio e il presidio delle emergenze ambientali, dimostrando competenza, dedizione e spirito di servizio.

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